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Carta docente 500 euro annui, per la formazione pura si spende ancora poco

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Dopo avere acquistato il computer, il tablet, diversi libri e accessori per la didattica, a tre anni di distanza dall’avvio della legge, i docenti italiani cominciano a pensare di utilizzare la card annuale da 500 euro annui per l’aggiornamento diretto. Ma investendo in corsi di formazione solo una parte del budget a loro disposizione.

Gli investimenti per la formazione in servizio

Come già scritto in altro articolo della Tecnica della Scuola, attraverso Il Sole 24 Ore del 21 maggio sono stati rese pubbliche le conseguenze pratiche del piano triennale di formazione dei prof, introdotto dalla Legge 107/15, rivolto ai docenti di ruolo e coerente con il piano dell’offerta formativa, a vantaggio degli studenti e con il miglioramento complessivo della singola scuola. I finanziamenti sono stati realizzati su più contesti: la fetta più consistente dei 490 milioni annui a disposizione è appannaggio della Card da 500 euro, 380 milioni. A questi si sommano i 40 milioni ad hoc previsti dalla legge 107 (30 per formazione trasversale e disciplinare, i restanti 10 per il digitale). E sul piatto sono stati messi, pure, dai bandi Pon circa 70 milioni.

Solo un decimo dei fondi dell’aggiornamento alla formazione “pura”

“Nel 2017 – scrive il giornale economico – con l’avvento del borsellino elettronico, il 77% delle risorse è stato speso dagli insegnanti per tablet e pc (appena il 6,6% è andato alla formazione pura). E quest’anno? «I numeri sono ancora parziali – risponde Davide D’Amico, a capo dell’ufficio formazione del Miur -. Al 10 maggio i fondi prenotati sono stati 201 milioni. Ebbene, 22 milioni verranno spesi per la formazione pura, siamo al 10,9 per cento. Se sommiamo anche i 36 milioni utilizzati l’acquisto di libri, che hanno comunque una finalità formativa, siamo già a 58 milioni, quasi 3 in più rispetto all’intero anno precedente. Altri 136 milioni andranno ad hardware e software, vale a dire tablet e pc, il 67% del totale. Anche qui c’è un calo rispetto al 2017. I restanti 7 milioni prenotati saranno utilizzati dai docenti per musei, spettacoli dal vivo, mostre, eventi culturali, cinema, teatro».

Rimane da capire, comunque, per quale motivo, alla fine della fiera, i soldi della formazione e dell’aggiornamento professionale vadano in larga parte spesi per scopi formativi solo indiretti. Mentre i corsi, in presenza od on line che sia, continuano ad essere elusi nella maggior parte dei casi.

Il futuro

E per il futuro? Sempre Il Sole 24 Ore sostiene che i 500 euro per la formazione docenti hanno rischiato, nei mesi scorsi, di finire “spalmati” negli aumenti contrattuali. Ma hanno resistito. E anche il prossimo esecutivo dovrebbe confermarli: «L’aggiornamento professionale è importante, e va mantenuto», taglia corto Mario Pittoni, responsabile scuola del Carroccio: «Si possono però finalizzare meglio fondi e procedure».

L’impressione, quindi, è che la card dell’aggiornamento professionale, a differenza di quella del merito, che nell’anno passato è stata distribuita su una platea maggiore di docenti, riducendo l’assegnazione media da 600 a 200 euro l’anno (100 euro netti, meno di 10 euro al mese), potrà essere confermata.

Per gli interessati, “La Tecnica della Scuola” – ente di formazione riconosciuto dal Miur – ricorda che mette a disposizione degli insegnanti un ampio bouquet di offerte formative, on line o in presenza, tutte acquistabili con la carta docente annuale da 500 euro: per informazioni maggiori cliccare qui.