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I docenti hanno tre mesi di ferie? Un utente: “se è così stupendo insegnare, venite a provare e poi mi fate sapere”

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La polemica sui fantomatici tre mesi di ferie degli insegnanti prende piede sui social, come ogni anno, dove utenti del settore e no commentano in maniera energica la situazione lavorativa di questa categoria.

Un utente, presumibilmente insegnante, ha scritto un post su X provocatorio, perché stufo di leggere i soliti commenti sulla questione dei “tre mesi di ferie dei docenti”. Ecco il post:

“Raga se secondo voi insegnare è così semplicemente stupendo, venite a provare. C’è bisogno di insegnanti in praticamente tutti gli ordini. Fate una mad e poi mi fate sapere. Le persone che hanno fatto questa esperienza (scuola vissuta come utente, come genitore o solo come studente) e sono passati al ruolo di insegnanti sono B A S I T I dalla complessità di questo mestiere”.

La riflessione ha avuto tantissime interazioni e molti utenti si sono trovati pro e contro. Ad esempio, un altro ancora commenta: “L’insegnante è uno dei lavori più importanti, difficili e delicati. È un asset strategico di un paese. Purtroppo (lasciando stare la retorica da 4 soldi) lo stato italiano lo ha trattato come un ammortizzatore sociale (quindi ok il welfare, ma stipendi bassi, zero carriera ecc)”; si aggiunge anche Antonia, che scrive: “Stamani ben tre post sugli insegnanti peso morto della nazione in ferie tre mesi a spese degli altri eccetera. Io ho finito gli esami venerdì, ho i corsi di recupero fino al 15 luglio e gli esami di riparazione dal 26 agosto. E tacciamo per che stipendio. Ma state zitti, va”.

Riportiamo, inoltre, i post polemici che hanno scatenato l’ira dei docenti:

Pensate che un operaio si spacca la schiena in fabbrica per 8/9 ore al giorno e di ferie ne fa un mese in tutto l’anno. 3 settimane ad Agosto degli va bene. Alcuni solo 15 gg. Una settimana forse a Natale. Ci sono operai che hanno ferie arretrate da smaltire e non gliene fanno fare”

“Ovviamente signora lei non ha mai fatto l’idraulico o il meccanico. Il problema che si pone chi vede le cose da fuori della scuola e della sanità è che ritiene che proponendo tali servizi attraverso dipendenti pubblici non sia più giusto. Si può avere una erogazione privata di un diritto pubblico attraverso la sola funzione di controllo finanziario: buono scuola o simili. La tecnologia di oggi lo consente”.