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In Italia record di Neet, ma pure di posti di lavoro non assegnati (270mila) per mancanza di giovani qualificati in intelligenza artificiale, big data analytics e robot

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A.A.A. manodopera qualificata cercasi: secondo Confartigianato nel solo mese di giugno la quota di lavoratori specializzati e con competenze introvabili è salita al 47,6%. Portando a 270mila le figure richieste dalle aziende senza però che vi sia qualcuno in grado di ricoprirle. È un dato che deve fare pensare, soprattutto perché in Italia si registra il record di Neet tra i giovani.

A mancare, sottolinea il report, sono soprattutto le competenze per affrontare la transizione digitale e l’intelligenza artificiale, in particolare big data analytics e robot.

Nel 2023 le imprese italiane hanno indicato difficoltà di reperimento per il 45,1% del personale necessario, pari a oltre 2,48 milioni di posti.

Il problema sembra ancora più grave – evidenzia il report – per le piccole imprese che lo scorso anno non hanno trovato il 48,1% di manodopera richiesta, una quota balzata al 55,2% per le imprese artigiane.

La ricerca di personale ha tempi medi di 3,3 mesi che possono superare un anno per trovare operai specializzati.

Tutto questo per le piccole imprese ha un costo quantificato da Confartigianato in 13,2 miliardi di minore valore aggiunto per le ricerche di manodopera che durano oltre 6 mesi.

Lo scorso anno le imprese hanno cercato, in larga parte invano, benm 699mila lavoratori capaci di gestire tecnologie relative all’intelligenza artificiale, big data analytics e robot. Di questi, però, 381mila (pari al 54,5%) sono risultati di difficile reclutamento, di cui i due terzi (64,7%, pari a 246mila lavoratori) nelle micro e piccole imprese.

“La carenza di personale qualificato – ha detto il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – è un’emergenza da affrontare subito, soprattutto con un’adeguata politica formativa. Si devono irrobustire le politiche del lavoro, armonizzandole con quelle dell’istruzione e con gli interventi contro la crisi demografica e la gestione dell’immigrazione, fattore non secondario a fronte di una quota di dipendenti stranieri che nelle imprese è pari al 14,8% e che sale al 17,1% nelle micro e piccole”, sottolinea.

Secondo la ministra del Lavoro, Marina Calderone, intervenuta all’iniziativa dell’associazione, il mismatch tra domanda e offerta insiste “è un tema centrale” e per questo deve esserci “uno sforzo comune del mondo delle istituzioni e delle parti sociali per promuovere la formazione e gli strumenti della contrattazione per sostenerla, in un mercato del lavoro che sta evolvendo rapidamente”, chiamato a fare i conti con le transizioni in atto e la sfida dell’intelligenza artificiale: “Crediamo nella formazione e in un connubio importante tra scuola e lavoro e, quindi, in una collaborazione” con le imprese attraverso la formazione professionale, ha concluso la ministra.