La testimonianza di Salvatore Giuliano, Dirigente Scolastico dell’IISS Ettore Majorana di Brindisi.
Quali sono le nuove competenze richieste dagli scenari del futuro?
Come fornire alle scuole gli strumenti adeguati ad affrontare una realtà in costante cambiamento? A questa ed altre domande Intel ha risposto nel corso di “Intel 2020 Edu Challenge”, un evento digitale per supportare insegnati e studenti alle prese con la didattica 2.0.
Nell’ultimo anno, il mondo dell’istruzione è stato posto davanti ad una sfida globale: adattarsi a nuove forme di apprendimento, nel contesto della pandemia. Se da un lato questo ha richiesto uno sforzo coordinato da parte di insegnanti di ogni ordine e grado, dall’altro gli studenti hanno potuto vedere come la scuola iniziava ad acquisire un linguaggio per molti già familiare: quello della rete, dei nuovi media e delle piattaforme per la collaborazione da remoto.
Ora, dopo un anno, la tecnologia fa parte della cosiddetta nuova normalità, ma questo non ha ridotto il volume delle sfide da affrontare. Fra le più urgenti e discusse la necessità di ripensare gli spazi d’apprendimento. Ne ha parlato approfonditamente Salvatore Giuliano, Dirigente Scolastico dell’IISS Ettore Majorana di Brindisi.
“L’emergenza Covid ci ha portato a giocare un’importante scommessa: ristrutturare un nuovo edificio scolastico per mettere a disposizione degli studenti altri 4000 mt quadri. I nuovi ambienti rispondo ad una diversa impostazione della pratica quotidiana: ci hanno permesso di creare gruppi di lavoro che vadano oltre il gruppo classe, predeterminato dall’età anagrafica. Così si fanno cooperare studenti che hanno gli stessi talenti e comuni obiettivi d’apprendimento”.
L’emergenza ci ha permesso di pensare fuori dagli schemi, ha dato alle scuole l’opportunità perfetta per trovare nuovi modi per far interagire gli studenti. Ma in quanti modi possiamo intendere il concetto di “spazi d’apprendimento”?
“Molto spesso quando ci si riferisce allo spazio d’apprendimento ci si concentra quasi esclusivamente sugli arredi”, ci ricorda Giuliano, “sicuramente questi aiutano a creare layout d’aula flessibili, ma spesso si tralascia quello che determina un ambiente innovativo d’apprendimento: gli strumenti che rendono possibile le forme di collaborazione a distanza”.
La tecnologia quindi non solo abilita la didattica a distanza: diventa un’estensione dello spazio e del tempo dedicato alla scuola, permette agli studenti di collaborare in forme nuove, in un ambiente immersivo che si adatta meglio ai linguaggi a loro più familiari.
Con la collaborazione di Intel, C2 Group ha creato una selezione dei dispositivi più adatti a soddisfare le esigenze di ogni studente.
Per saperne di più: https://www.c2group.it/lp/intel
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