Oltre 10 persone, di cui 8 finire in carcere e 2 agli arresti domiciliari, arrestate, seguito di una operazione scattata nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli da parte del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con l’ausilio di personale dei reparti arma territorialmente competenti e il supporto aereo fornito dall’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri, che operano nel settore dell’Istruzione, circuito A.F.A.M. e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’autorità giudiziaria, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio.
Nel corso dell’attività di esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro con decreto d’urgenza 19 società, operanti nel settore dell’Istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro.
Coinvolta nell’inchiesta, si legge su TgCom24, anche la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria, che figura nella lista delle oltre 10 persone, al momento solo indagate, in stato di libertà. La Direttrice, 59 anni, romana, è alla guida dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria dal settembre del 2018, dopo essere stata per dieci anni responsabile dell’ambito territoriale di Latina.
L’inchiesta è stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e un’ingente somma di denaro in una abitazione contigua all’Istituto “Accademia Fidia”.
Gli illeciti sarebbero stati agevolati e resi possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del Miur, il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al ministero.
Un ispettore del ministero dell’Istruzione chiedeva duemila euro per fornire diplomi falsi. I soldi gli venivano corrisposti, secondo gli inquirenti, in confezioni di liquori o di cellulari. L’ispettore, arrestato nella sua casa di Napoli dove nascondeva 165mila euro in contanti, avrebbe rilasciato circa 500 diplomi o attestati falsi.
Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e Ata.
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