Lettera di un prof ai suoi studenti: “10 compiti per me e per voi”
Carissimi Studenti,
tante volte abbiamo parlato del fatto che ogni crisi deve diventare un’opportunità mettendoci cuore e testa, e questo è il tempo giusto! Per farlo, senza troppo stress ma neanche eccessivo lasciarsi andare, ecco a voi alcuni “compiti” per questi giorni, che mi impegnerò anch’io a svolgere:
I 10 compiti
Non lasciamo che il tempo libero ci travolga e ci annoi, bensì gestiamolo con creatività, con impegno e con leggerezza. Diamoci un ritmo quotidiano, qualche regola personale e quell’ordine necessario che ci aiuterà.
Valorizziamo con le dovute precauzioni le amicizie, le relazioni significative, ogni legame affettivo, magari dedicandoci di più al dialogo in famiglia, a vedere un film a casa insieme, a sfogliare gli album di fotografie, a renderci utili per i più anziani.
Cogliamo l’occasione affinché i social diventino davvero sociali, cioè non un mondo in cui isolarsi a testa bassa, bensì una finestra attraverso la quale chiedere all’altro ‘come stai veramente’ e ascoltarsi reciprocamente senza il muro delle cuffiette.
Godiamoci, lontano dalla folla, dove possibile, il paesaggio che ci circonda, riscoprendo una passeggiata non frettolosa, una camminata al parco, un po’ d’aria buona in campagna, al mare, in montagna.
Diamoci alla lettura, quella libera e a nostra scelta, ma anche quella obbligata dei testi di studio; anzi, se ci riusciamo, mischiamo i due modi di leggere perché siano entrambi piacevoli e stimolanti.
Scriviamo, sì, scriviamo il diario di questi giorni, poesie d’amore, lettere (queste sconosciute!); i più bravi un nuovo ‘Decameron’ o un altro ‘Zibaldone’, equazioni e formule chimiche, gli altri poche righe ma non banali, né sgrammaticate.
Seguiamo con senso critico le notizie e gli approfondimenti, non per rattristarsi o stare in tensione, ma per imparare e capire, per fare tesoro per il futuro, per essere cittadini consapevoli.
Ringraziamo di più e facciamolo di cuore: per la vita e per la salute, per i nostri cari e chi si prende cura di noi, per chi è impegnato a diverso titolo – pur non conoscendoci – ad aiutarci a vivere serenamente questa crisi e a superarla.
Laviamoci le mani per igiene e per protezione, però non ‘laviamoci le mani’ come se non ci interessasse o fosse un problema altrui ciò che accade. Dove e quando necessario, offriamo le nostre mani pulite per il bene.
Cosa c’entra tutto questo con la scuola e la didattica a distanza? Scoprirlo in questi giorni è il nostro compito, cioè lo studio come passione, ricerca e scoperta, per poi farne tesoro in aula e nella vita. Coraggio e speranza.