Il ragionamento della prof, intervistata da Agi, è molto semplice: “L’autostima è un elemento molto importante nella nostra vita tanto da condizionarla in modo incisivo. È avvilente e stupido giudicare una interrogazione, un compito con un semplice voto numerico.
Prendiamo in esame il modello scolastico. Quando entriamo a scuola per la prima volta ci viene attribuito un valore numerico, un peso, che è pari a ZERO”.
“Valiamo tutti zero, perché, non conoscendo le nostre capacità, siamo tutti “scadenti”, visto che lo zero per la scuola equivale al minimo valore, il che si traduce , in poche parole, nel non avere fiducia dei ragazzi, degli alunni. Non ti conosco, quindi, non mi fido del tuo intelletto. E considerando che si va a scuola per imparare, mai metodo risulta più sbagliato di questo.
A volte si innesca anche la squallida gara dei voti pure fra genitori. La maggior parte della gente, soprattutto in tenera età, ha timore di imparare, o meglio, di essere valutata da qualcuno, una cosa che mette ansia e ci rende psicologicamente più vulnerabili. Con questi presupposti, dunque, quando inizia la scuola siamo tutti delle nullità”.
“Analizzando questo stato di cose, negli anni, ho iniziato a formulare un metodo diverso, opposto. Un metodo che consiste nel dare fin dal primo giorno il massimo dei voti (10 secondo il nostro sistema scolastico) agli alunni. In questo modo infondi fiducia e importanza a un individuo che non conosci, lo reputi intelligente e volenteroso e lo premi con una valutazione massima. Poni la persona in una condizione ottimistica, di speranza e lo spingi inconsapevolmente a dare il massimo pur di difendere quella fiducia, lottare per un bel voto guadagnato e non farselo abbassare.
Il meccanismo, infatti, è quello di abbassare tale voto in caso di una interrogazione/ compito andato male, proprio il contrario del sistema attuale”.
“Credo che sia più facile e incoraggiante difendere qualcosa piuttosto che conquistarla partendo da zero. Il mondo è cambiato ed è ora che cambiamo anche il rapporto tra noi e l’istruzione. Partiamo dal voto”.
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