L’iniziativa 100 alla maturità, giunta all’undicesima edizione, è volta al termine. Adesso è tempo di ragionare sullo spaccato che emerge dai dati relativi ai partecipanti, quasi 400, che hanno deciso di valorizzare le eccellenze scolastiche.
Come l’anno scorso c’è un dato in particolare che salta all’occhio: la forte presenza di donne, di ragazze che hanno preso 100 alla maturità e che hanno fatto richiesta di partecipare. E non si tratta di un numero semplicemente maggiore, ma alquanto schiacciante. I 100 alla maturità al femminile sono stati 230 su 387 partecipanti totali, il 70%.
Su 10 centisti, in poche parole, 7 sono donne. Ci sembra giusto sottolineare questo dato alla luce, purtroppo, delle numerose discriminazioni che le donne spesso subiscono sui luoghi accademici e di lavoro. Ci sembra così necessario far risaltare il grande numero di studentesse eccellenti che hanno partecipato alla nostra iniziativa nell’ambito dell’educazione all’eguaglianza di genere.
Dare spazio agli innumerevoli successi scolastici delle ragazze (molto spesso superiori, numericamente, a quelli dei ragazzi), ci sembra un modo “plastico” per ricordare che a fronte di carriere scolastiche di successo, le donne ancora oggi occupano ruoli marginali e subalterni nelle aziende.
E ricevono in alto numero stipendi non adeguati (in media tra il 20 e il 30% in meno rispetto al genere maschile), segno che i loro meriti vengono sottostimati rispetto a quelli dei colleghi uomini. Soprattutto nel Mezzogiorno. Ed è proprio qui che si concentra il maggior numero di centisti.
In particolare, tra i 271 centisti provenienti dall’Italia Meridionale, 158 sono donne, quasi il 60%.
Oltre alla questione dell’uguaglianza di genere, ricordiamo un’altra ragione pedagogica legata all’iniziativa, in relazione al suo aspetto social.
Perché i social? Perché abbiamo scelto un canale che parli la lingua dei ragazzi e che, parlando la lingua dei ragazzi, possa comunicare loro il messaggio: studiare è cool!
Educare al corretto uso degli strumenti digitali e dei social, infatti, significa anche insegnare a scegliere che immagine costruire di se stessi.
Qualsiasi cosa postiamo contribuisce a costruire la nostra social identity – ormai è piuttosto chiaro – dunque perché non invitare i ragazzi a promuovere i risultati del proprio impegno scolastico?
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