Si è appena conclusa l’iniziativa della Tecnica della Scuola “100 alla maturità”, giunta alla sua decima edizione. Quest’anno si è riscontrato un record di partecipanti: ben 456. Da tutta Italia, tanti ragazzi e ragazze neo diplomati hanno scelto di dare visibilità al proprio successo scolastico, conclusione di un anno particolarmente difficile, che i dati Invalsi appena resi pubblici, hanno formalizzato, mostrandoci una preoccupante tendenza del Paese all’arretramento degli apprendimenti.
E mentre la scuola italiana arretra, i nostri centisti festeggiano: alcuni di loro si sono resi disponibili ai nostri microfoni, raccontandoci quale futuro immaginano o che posizione assumono nei confronti dei temi di attualità come il Ddl Zan, ad esempio.
Boom di partecipazioni dalla Sicilia, con 162 cento alla maturità; a seguire Abruzzo (66 partecipanti), Calabria (54), Campania (32), Puglia (25), Emilia Romagna (21), Lazio (19), Piemonte (19), Lombardia (18), Veneto (11), mentre le restanti regioni si attestano sotto i 10 partecipanti.
Numeri, quelli delle regioni del Sud, che vanno nella stessa direzione dei dati ufficiali della maturità 2020 (molti cento dal meridione), ma in controtendenza con gli ultimi dati Invalsi, che registrano al Sud numerosi fallimenti, specie in relazione ai contesti socio-economici più svantaggiati, in particolar modo nelle regioni che hanno attuato una politica scolastica di rigore sanitario, che ha portato alla DaD per lunghi periodi. Ci riferiamo, in particolar modo, alla Puglia e alla Campania.
Si legge nella relazione Invalsi, in relazione alle prove della scuola secondaria superiore: In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano in modo molto più accentuato tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli, con percentuali quasi doppie tra gli studenti provenienti da un contesto svantaggiato rispetto a chi vive in condizioni di maggiore vantaggio.
E ancora: I divari territoriali si ampliano maggiormente passando dalle regioni del Centro-nord a quelle del Mezzogiorno. In molte regioni del Mezzogiorno oltre la metà degli studenti non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in Italiano; in Matematica le percentuali di
studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora.
Quanto al genere, all’iniziativa della Tecnica della Scuola ha aderito una maggioranza assoluta di donne, come abbiamo riferito anche nel corso dell’iniziativa: sono 328 i cento alla maturità al femminile, contro i 128 al maschile. Circa il 70%.
Un dato che ci fa piacere sottolineare nell’ambito dell’educazione all’eguaglianza di genere. Dare spazio agli innumerevoli successi scolastici delle ragazze (molto spesso superiori, numericamente, a quelli dei ragazzi), ci sembra, infatti, un modo “plastico” per ricordare che a fronte di carriere scolastiche di successo, le donne ancora oggi occupano ruoli marginali e subalterni nelle aziende. E ricevono in alto numero stipendi non adeguati (in media tra il 20 e il 30% in meno rispetto al genere maschile), segno che i loro meriti vengono sottostimati rispetto a quelli dei colleghi uomini. Soprattutto nel Mezzogiorno.
Sono allarmanti, ad esempio, i dati citati dal Sole 24 Ore quanto a: elevata differenza salariale uomo-donna (stimata nel 5,6% dal Wef, ma per altre rilevazioni Eurostat al 12%), mancata possibilità di carriera (solo il 28% dei manager sono donna, peggio di noi in Europa solo Cipro) e accesso a formazione Stem (16% delle donne contro il 34% degli uomini).
Oltre alla questione dell’uguaglianza di genere, ricordiamo un’altra ragione pedagogica legata all’iniziativa, in relazione al suo aspetto social.
Perché i social? Perché abbiamo scelto un canale che parli la lingua dei ragazzi e che, parlando la lingua dei ragazzi, possa comunicare loro il messaggio: studiare è cool!
Educare al corretto uso degli strumenti digitali e dei social, infatti, significa anche insegnare a scegliere che immagine costruire di se stessi.
Qualsiasi cosa postiamo contribuisce a costruire la nostra social identity – ormai è piuttosto chiaro – dunque perché non invitare i ragazzi a promuovere i risultati del proprio impegno scolastico?
Quella del 2021 è stata una maturità non priva di polemiche, come testimoniano le proteste contro un esame che qualcuno è sembrato particolarmente semplice nella sua prova unica e nell’eccesso di votazioni massime.
Dati ufficiali sui voti conseguiti, ad oggi, non se ne possiedono, dato che il ministero dell’Istruzione è solito pubblicare il report a mesi di distanza dalla conclusione degli esami di Stato. Può essere allora indicativo riprendere quelli dell’ultimo resoconto disponibile, relativo alla maturità 2020, che si è svolta con modalità analoghe a quella di quest’anno.
Anche nel 2020 è emersa una tendenza all’aumento dei voti massimi già rispetto all’annata precedente. Insomma, a quanto pare in pandemia i centisti sembrerebbero aumentare.
L’aumento dei centisti dal 5,6% del 2019 al 9,6% del 2020 significa quasi un raddoppio. E quanto alle percentuali, il maggior numero di 100 lo ritroviamo in Calabria (dove prende 100 alla maturità il 13% dei maturandi calabresi), a seguire l’Umbria (tra i maturandi umbri i centisti rappresentano il 12,8%), la Sicilia (con un 11,3%) e la Puglia (11,2%).
Si legge nel report ministeriale riferito alla penultima maturità: “Continua ad aumentare la quota di studenti che si diplomano con voti molto alti. In particolare si registra una crescita del numero di studenti che ottengono il voto massimo: conseguono la lode il 2,6% del totale diplomati. I diplomati che ottengono il voto 100 passano dal 5,6% dei diplomati nel 2018/19, al 9,6% nel 2019/2020“.
Sempre nel 2020 è diminuita la quota degli studenti diplomati col voto minimo, “60”, che passano dal 7% del totale diplomati nell’anno scolastico 2018/2019, al 5,5% in questi ultimi esami“.
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