“Alle 11 del 12 settembre 1919 una colonna di 35 autocarri, guidata da Gabriele D’Annunzio, marcia su Fiume. Ha inizio così la leggendaria «Impresa», da cui nascerà un laboratorio politico e sociale che è esperimento di vita collettiva, fabbrica di sovversione, teatro di un mondo nuovo, dove si fondono idee rivoluzionarie comuniste, tesi patriottiche e nazionalistiche e avanguardie del fascismo. Un’avventura contraddittoria, intrisa di violenza, di arditismo e idee progressiste. Fiume anticipa la fantasia al potere sessantottina, è una sarabanda libertaria e libertina, dove l’omosessualità è tollerata, le donne votano, il divorzio è consentito, la droga e il sesso sono liberi e si combatte in difesa dei popoli oppressi, con una delle costituzioni più avanzate del mondo. Cento anni dopo, mentre la città di Fiume, ora Rijeka, si appresta a diventare la capitale europea della cultura, è tempo di togliere la polvere che ha coperto una pagina importante della storia, rimossa per decenni dall’Italia che l’ha considerata un’impresa fascista, ma anche dalla stessa città di Rijeka, che nel dopoguerra ha assistito all’esodo degli italiani, alle foibe e alla dominazione di Tito”.
E in occasione di quell’evento è stata allestita una mostra “Disobbedisco. La rivoluzione di d’Annunzio a Fiume 1919-1920” aperta al Salone degli Incanti di Trieste.
Hanno inaugurato Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” e curatore dell’esposizione e l’Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi. La mostra vuole ricordare l’Impresa di Fiume attraverso il suo protagonista, Gabriele D’Annunzio, a cent’anni dal 1919.
Un’occasione, attraverso l’interpretazione di Guerri, per reinventare D’Annunzio e rivalutare la sua “reggenza” del Carnaro, basata su ideali rivoluzionari e anticonformisti, in contrasto con la morale borghese del tempo. Un potere sovversivo che si riflette nelle diverse sezioni della exhibition, le quali passano dall’identità di confine, a irredentismo e imprese eroiche, alla rivoluzione artistica, a quella rivoluzione sociale e infine all’emancipazione giovanile, soprattutto delle donne. L’avvicinarsi dei legionari a Fiume, in quel lontano 1919, viene riflesso non solo nella successione delle sale, quanto nella durata stessa della mostra, prevista fino al 3 novembre, data simbolo dello sbarco delle truppe italiane a Trieste e della fine dell’incubo della “Grande Guerra”.
Il nuovo curatore e responsabile del Vittoriale, sulle rive del Lago di Garda, Giordano Bruno Guerri ha ribadito l’intento fondamentale, innanzitutto per la verità storica, di “giungere a modificare un’idea consolidata, ma errata su ciò che fu veramente l’Impresa di Fiume: ovvero un esperimento rivoluzionario e libertario, anticipatore di ben altre correnti ideali e politiche del nostro tempo e non un’”impresa fascista”, come cercò di far credere, “pro domo sua”, per tutti gli anni successivi, Mussolini, poi avallato in ciò purtroppo anche dall’Italia democratica e repubblicana, mentre solo gli storici, a partire da De Felice, iniziarono a proporre una necessaria revisione di questo ormai luogo comune. “Confido – dice Giordano Bruno Guerri – che questa mostra, nuova di zecca e ideata apposta per Trieste, assieme ai testi che la accompagnano, possa dare un definitivo contributo chiarificatorio.”
La mostra, prodotta da “Contemplazioni – L’impresa della cultura”, sarà visitabile fino al 3 novembre 2019, con orario da martedì a domenica dalle 10 alle 20, chiusa il lunedì; con aperture straordinarie previste per il 15 agosto e il 1 novembre; biglietto d’ingresso 6 Euro, ridotto 4 Euro (per i visitatori con più di 65 anni, per i giovani dai 20 ai 26 anni e per varie altre categorie), mentre l’ingresso sarà gratuito per bambini e ragazzi fino ai 19 anni.
Visite guidate gratuite saranno effettuate ogni domenica: alle ore 10.30 in lingua italiana; alle 11.45 in lingua inglese. Massimo 15 persone per gruppo. Gradita la prenotazione (posta: expescheria@gmail.com – tel. 040-3226862).
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