Ieri, 26 maggio, a Roma si è conclusa, allo Stadio Olimpico e in piazza San Pietro, la prima Giornata mondiale dei bambini, patrocinata dal Dicastero per la Cultura e l’educazione: presenti 100 mila bambini provenienti da 100 nazioni diverse: “La prossima giornata- ha annunciato Papa Francesco- si svolgerà nel settembre 2026. Vi aspettiamo lì”.
Il Papa, scegliendo di dialogare a braccio con i bambini, ha pure risposto alle loro domande anche sotto forma di omelia dialogante, ma soprattutto ha mostrato ai bambini cosa significa fare pace, stringendo lui stesso la mano di uno dei piccoli e chiedendo a ciascuno dei bambini presenti di fare altrettanto.
Poi ha dato il calcio di inizio ad una breve partita tra i campioni dello sport, capitanati da Gigi Buffon, e i piccoli protagonisti della Giornata. Molti gli artisti che si sono esibiti a bordo del campo di calcio, da Renato Zero ad Albano, da Orietta Berti a Lino Banfi.
“Se tu dovessi fare un miracolo, quali sceglieresti?”, ha chiesto un bimbo. E il Papa: “Che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, per mangiare, per giocare, per andare a scuola. Questo è il miracolo che a me piacerebbe fare: che tutti i bambini siano felici”.
“Io sono felice perché voi siete gioiosi, avete la speranza del futuro. Continuate ad essere gioiosi”, ha ripetuto a più riprese il Papa esortando i bambini a fare lo stesso. “La fede ci fa felici. E crediamo in Dio che è padre, figlio e Spirito Santo. Il Padre che ci ha creato, Gesù che ci ha salvato e lo Spirito Santo che ci accompagna nella vita. Pregate per noi, pregate per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati – ci sono tanti bambini ammalati – e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre. Salutate i vostri genitori, i vostri amici, salutate i nonni! Un applauso ai nonni”, ha infine detto Papa Francesco ringraziando gli organizzatori dell’evento.
Grande entusiasmo ha suscitato il monologo di Roberto Benigni: “I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani- ha esordito”, dando un bacio al Papa a nome di tutti i bambini presenti, e dicendo: “Santità! Ma lei è qui, a portata di mano e di cuore, vorrei stringerla, baciarla, non so come dimostrarle affetto, amore, potrei ballare un tango qua davanti. Ma prima di entrare due guardie svizzere mi hanno detto: lei può fare qualsiasi cosa qui, solo una cosa non può fare, toccare il Papa. Ma da quando me l’hanno detto ho voglia di fare solo quello. Un bacio però glielo posso dare, a che servono i baci se non si danno? È un bacio che arriva da tutti loro, che ne vale centomila“.
Poi rivolgendosi ai bimbi, ha continuato: “Se non sarete come questi bambini, non entrerete nel Regno dei cieli, ha detto Gesù. Oggi noi siamo nel Regno cieli, perché siamo tornati tutti bambini. E il più piccolo di tutti è Papa Francesco. I bambini non sono un vaso da riempire, sono un fuoco da accendere, e voi accendete la fantasia”.
E dunque, ha proseguito: “Inventate storie, perché diventerete unici, anche se lo siete già: ognuno di voi è protagonista di una storia che non si ripeterà più per l’eternità. Siete voi gli eroi della vostra vita. E se sbagliate non vi preoccupate, provate e riprovate. Qualsiasi cosa fate, amatela: non accontentatevi di fare un buon lavoro, lo dovete fare al meglio. Non vi fidate di chi vi dice siate sicuri: dovete essere insicuri, più dubbi avete meglio è. Chiedete e non abbiate paura, come diceva Giovanni Paolo II. Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Fate diventare il mondo più bello, noi non ci siamo riusciti. Cercate di portare il vostro contributo al bene”.