Più di 90 piazze, decine di migliaia di studentesse e studenti sono scesi in piazza oggi. Come preannunciato, in tantissimi sono entrati in scena contro il governo Renzi e le sue politiche di attacco all’istruzione pubblica, al lavoro e ai diritti, stanchi di essere spettatori delle politiche dei governi che continuano a distruggere l’istruzione pubblica.
“Vogliamo essere protagonisti del cambiamento reale nelle scuole e nelle università italiane – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – vogliamo dire basta alla precarietà. Rifiutiamo il Jobs Act, in quanto sarebbe ancora più precarizzante, e rivendichiamo un salario minimo, reddito di base, l’abolizione delle forme contrattuali precarie. Chiediamo diritto allo studio e investimenti in scuole, università e ricerca, oltre che per la creazione di posti di lavoro di qualità e sostenibili”
Durante i cortei, oggi, a Bari gli studenti hanno occupato l’Ufficio Scolastico Regionale, così come hanno fatto a Milano, richiedendo risposte al Direttore; a Roma gli studenti hanno calato dalla facoltà di Ingegneria uno striscione che recitava “Tagliare fondi a università, ricerca e borse di studio non è una buona scuola” e sono diretti al ministero dell’Istruzione; a Brindisi gli studenti si sono fermati in vari luoghi simbolici, dalla provincia all’azienda del trasporto pubblico, per rivendicare il diritto al trasporto gratuito. E ancora, a Pisa, gli studenti insieme al Municipio dei beni comuni hanno simbolicamente tagliato il nastro dei lavori per dire no allo Sblocca Italia; a Firenze gli studenti si sono fermati davanti alla catena Eataly in solidarietà con i lavori in lotta e per dire no a JobsAct e precarietà.
FOTO (fonte Unione degli Studenti)
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