Sempre più italiani risultano depressi e sempre più alunni con disturbi intellettivi frequentano le nostre scuole. A sostenerlo è l’Istat, con il Report ‘La salute mentale nelle varie fasi della vita, anni 2015-2017’, pubblicato il 26 luglio.
Secondo i dati forniti dell’istituto di statistica, sono oltre 2,8 milioni (il 5,4% della popolazione con oltre 15 anni) i cittadini italiani che soffrono di depressione: la malattia sarebbe in aumento soprattutto tra gli anziani. E anche se l’Italia è uno dei paesi Ue con meno depressi (5,5% contro il 7,1% la media Ue), tra gli over-65 il valore raddoppia (11,6% contro l’8,8% della media Ue).
La depressione colpisce di più le donne (9,1% contro 4,8%) e chi non lavora. Dichiara disturbi depressivi e ansia, tra 35-64 anni, l’8,9% dei disoccupati e il 10,8% degli inattivi rispetto al 3,5% degli occupati.
In compenso, il tasso di mortalità per suicidio nel nostro Paese è “solo” del 6 per 100mila residenti (più basso della media europea, pari a 11 per 100mila).
Secondo l’Istat, “tale quota aumenta con l’età, passando da 0,7 nei giovanissimi (fino a 19 anni) a 10,5 negli anziani, con valori 4 volte maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Nella classe di età tra i 20 e i 34 anni, il suicidio rappresenta una rilevante causa di morte (12% dei decessi)”.
Secondo l’Istat, sono in aumento anche gli alunni con disabilità nelle scuole italiane, soprattutto quelli con disturbi di salute mentale che raggiungono quota 170mila, a fronte di circa 230 mila totali.
Nell’anno scolastico 2016-17, afferma l’istituto, “gli alunni con disabilità sono circa il 3% degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e quelli con disabilità intellettiva sono pari a 2 alunni con disabilità su 3”.
I dati delle rilevazioni sulle scuole del Miur, dice l’Istat “mostrano un lento ma costante incremento degli alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane” e, in particolare, “gli alunni con disabilità intellettiva, pari a 2 alunni con disabilità su 3, rappresentano la quota più importante”.
Nell’anno scolastico 2016-17, su 100 alunni con sostegno, evidenzia l’Istat, l’8,8% ha disabilità sensoriali, l’11,6% ha disabilità motorie e il 19,4% ha disturbi del linguaggio.
Ma la quota dominante è appunto rappresentata dalle disabilità intellettive: il 23,9% ha un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico, il 45,4% ha una disabilità intellettiva, il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell’attenzione, il 16,5% di disturbi affettivi relazionali.
Si stima inoltre che i minori con disturbi mentali nell’età evolutiva ospiti dei presidi residenziali siano 11 su 100mila minori residenti: sempre secondo l’istituto nazionale, sono quindi 1.064 i bambini e ragazzi con disturbi mentali ricoverati in strutture, in prevalenza maschi.
Tuttavia, continua l’Istat, “l’offerta di posti letto in strutture residenziali che accolgono prevalentemente minori con disturbi mentali, è caratterizzata da notevoli differenze territoriali: i livelli massimi sono registrati nelle regioni del Nord-Est, 25 posti letto per 100mila minori residenti, si riducono considerevolmente nel Mezzogiorno, con un tasso che non supera la soglia dell’11 per 100mila”.
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