La Cisl-scuola della Lombardiaè preoccupata per la mancanza di personale specializzato per il sostegno mentre continuano adaumentare le certificazioni e i posti da coprire: «Siamo sempre stati ai primi posti in termini diinclusione dei ragazzi con disabilità o disturbi comportamentali e dell’apprendimento.Non facciamo in modo che un fiore all’occhiello della scuola italiana si trasformi in un boomerang».
«I posti vacanti all’inizio dell’anno erano oltre 5mila in Lombardia, sono state fatte in tutto 152 nomine di ruolo nelle scuole di ogni ordine e grado della regione. Gli altri saranno coperti da persone che non hanno alcuna specializzazione. In Lombardia l’organico complessivo prevede circa 21mila posti per il sostegno, destinati ad aumentare visto che già la prossima settimana ci comunicheranno le nuove esigenze, fra questi sono 9.800 gli insegnanti specializzati, più della metà dei posti verrà assegnata a insegnanti senza abilitazione».
Inoltre, precisa Cisl-Scuola, secondo quanto riporta Il Giorno, secondo i dati della Fish – Federazione italiana superamento handicap – circa l’80% degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno, il 48% ne ha cambiati tre, il 15% quattro e il 6% addirittura cinque.
Dunque, dice il sindacato: «Serve più personale specializzato, i posti in deroga che effettivamente servono vanno stabilizzati per garantire continuità didattica, ma soprattutto bisogna formare un maggior numero di persone sul sostegno, con corsi magari gestiti come un tempo dagli uffici scolastici territoriali in base alle esigenze. Il sostegno non deve essere uno “strumento” però per poi passare al posto comune o chiedere il trasferimento in altra regione. Bisogna mettere l’alunno al centro. Chi si specializza resti sul sostegno, perché è una professione sempre più cruciale. Se non si garantisce l’inclusione è il sistema scuola a fallire».
Anche la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, non lascia correre e minaccia azioni legali: «Gli alunni con disabilità hanno tutte le ragioni per pretendere di esercitare il proprio diritto allo studio alla pari di tutti gli altri compagni. Non è sufficiente consentire la loro mera iscrizione e frequenza, ma occorre fornire figure di sostegno didattiche specializzate e per un numero di ore adeguato ai loro bisogni. La mancanza di specializzazione degli insegnanti di sostegno,così come la mancanza di continuità didattica può essere configurata come una condotta indirettamente discriminatoria. Situazioni come queste si ripetono, purtroppo, da anni, provocando situazioni di disagio per migliaia di bambini e ragazzi con disabilità che vedono leso il proprio diritto a frequentare la scuola in condizioni di parità con i loro compagni. Chiediamo innanzitutto agli enti preposti che questa situazione si risolva nel più breve tempo possibile, garantendo almeno la presenza in continuità degli insegnanti di sostegno».
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