Tra gli 11 imputati c’erano il presunto capo del sistema, titolare di una scuola paritaria, la “Icos”, che ha sede proprio nel capoluogo salentino e altre 10 persone. Il pm aveva chiesto la condanna per tutti, con pene da 2 a 6 anni.
L’accusa formulata era di associazione per delinquere, abuso di ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione.
I versamenti per ottenere il diploma sarebbero andati da 2 fino a 3mila euro.
Gli stessi candidati alla maturità “facile” sarebbero provenuti da Francavilla Fontana, Ostuni, San Donaci, ma anche da Galatina. Tutto smontato, dunque, nel giudizio di primo grado, a fronte di richieste di condanna avanzate dal pm della Procura di Brindisi, che aveva invocato pene da uno a tre anni per gli 11 imputati. Bisognerà attendere che vengano depositate le motivazioni per capire i motivi che hanno spinto a smontare il teorema accusatorio, che si era basato anche su intercettazioni ambientali.
Secondo il magistrato inquirente, i candidati avrebbero versato soldi per ottenere “titoli di idoneità” e superare “esami intermedi o finali aventi valore legale”. Nulla di tutto ciò per il giudice. Altre dieci posizioni, le più marginali rispetto a quelle valutate, dovranno essere giudicate ancora con il rito ordinario.
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