Lorella Fresia, 56 anni, a gennaio di un anno fa ha deciso di accettare la sfida di andare a insegnare inglese dall’altra parte del mondo, lasciando il Liguria a Gavi, la sua famiglia con i suoi due figli per insegnare inglese e italiano in una scuola privata frequentata da ragazzi e adulti.
«L’appartamento in cui vivo – racconta Lorella a La Stampa, – è per fortuna a pochi passi dalla scuola perché a quelle temperature non resisto più di dieci minuti. Sopra la camicia e il maglione indosso un giubbino termico, un piumino lungo fino al ginocchio, stivali imbottiti, cappello e sciarpe».
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La docente spiega pure come le sia venuto in mente di allontanarsi di ben 11 mila km da Gavi e scegliere una avventura professionale così estrema.
«Possiedo una certificazione per l’insegnamento dell’inglese e ho voluto mettermi alla prova all’estero. Ho mandato curriculum ovunque e la Siberia è stata la prima a rispondere». È bastato un solo colloquio su Skype e via a un cambiamento estremo: in inverno a Yakutsk ci sono solo cinque ore di luce, in estate si devono sopportare le notti bianche e picchi di temperature fino a 35 gradi, tra sciami di moscerini.
E a tavola soprattutto pesce crudo congelato e carne di cavallo. «È un’esperienza forte – dice ancora Lorella -. Gli spazi sconfinati della Siberia ti tolgono il fiato e la natura sa essere bellissima e ostile. Ho lavorato anche ad Amga, un piccolo villaggio senza acqua corrente, bagni e internet. I ragazzi si sono disegnati un tricolore sulla fronte e mi hanno cantato “Mamma Mia”».