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Pulizia nelle scuole, stop agli appalti esterni. Le aziende insorgono: “Processo di statalizzazione. Le risorse non bastano”

Tra le misure previste dalla legge di bilancio 2019 c’è quella relativa all’abolizione degli appalti esterni dei servizi di pulizia delle scuole. La manovra, a tal proposito, vede l’assunzione di circa 12 mila profili professionali.

Tuttavia, tale nuova direzione non piace a tutti. Su tutti l’Anip Confindustria, l’associazione delle imprese di pulizia e servizi integrati, che definisce una “follia” e “una mancia elettorale” la misura del Governo, che prevede di internalizzare 11.500 collaboratori scolastici dal 2020.

Nessun confronto con le aziende. Statalizzazione senza precedenti

In una conferenza stampa alla Camera, il presidente dell’Anip, Lorenzo Mattioli, lancia l’allarme: “Ci preoccupa lo stato degli edifici scolastici, che verranno abbandonati a loro stessi, senza manutenzione”, afferma Mattioli. “Se succederà una tragedia, avrà un responsabile in chi ha estromesso le imprese dalle scuole”, aggiunge lamentando inoltre che non ci sarebbe stato alcun confronto con le aziende in quello che è “un processo di statalizzazione senza precedenti”.

Il 16 gennaio tavolo di monitoraggio con il Miur per confrontarsi sulle risorse stanziate

Nonostante ciò, Anip Confindustria avrà modo di incontrare l’amministrazione di Viale Trastevere al tavolo di monitoraggio sugli appalti, appena convocato per il 16 gennaio, riporta l’Ansa.

L’associazione sottolinea che le risorse stanziate (173 milioni di euro nel 2020 e 80 milioni nel 2021) potranno bastare solo per assumere circa 11.500 addetti su una platea di 20 mila e a fronte di oltre 33 mila scuole italiane.

Considerando i 450 milioni di euro stanziati per gli appalti dai governi precedenti, per Anip non ci sarebbe quindi alcun potenziamento del personale ausiliario rispetto al passato.

I sindacati non sono soddisfatti

Nel corso dell’intervista che La Tecnica della Scuola ha realizzato ai sindacati della scuola, è emerso anche il parere delle organizzazioni in merito all’internalizzazione delle pulizie a scuola.

Per la Flc Cgil “con tali internalizzazioni (posti esistenti dal 1999) il problema del precariato non c’entra nulla, perché, al netto di questa operazione, occorre una massiccia immissione in ruolo di personale amministrativo tecnico e ausiliario non solo a copertura del turn over ma anche dei posti in organico di fatto che da anni sono ormai consolidati e nei fatti diventati a pieno titolo organico di diritto”.

Dello stesso parere la Cisl Scuola, che “ricondurre pienamente alla gestione dell’Amministrazione il personale, superando le esternalizzazioni, va benissimo, ma resta il problema di una dotazione complessivamente insufficiente”.

Invece per la Uil Scuola“si tratta della misura che chiediamo da tempo e che i Governi che si sono succeduti non hanno avuto il coraggio di affrontare, sia per un approccio neo liberista orientato al modello  privato, sia per diversi e molteplici interessi che si sono cristallizzati nel tempo”.

Lo Snals rileva che”l’esternalizzazione delle pulizie comporta una decurtazione di circa 11.800 posti di collaboratore scolastico, poiché nelle scuole dove operano le imprese l’organico è diminuito del 25% rispetto alla dotazione ordinaria”.

Infine la Gilda spera”che questo sia il primo passo verso la completa estinzione degli appalti esterni nel settore delle pulizie scolastiche”.

Fabrizio De Angelis

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