La seconda B e la seconda C della scuola primaria Contardo Ferrini di Roma hanno visto cambiare dodici insegnanti dell’area scientifico-matematica nel corso del primo quadrimestre. Lo scrive La Repubblica. La supplentite che doveva essere il nemico numero uno da sconfiggere e piegare alla resa sottto i colpi della buona scuola, continua a fare le sue vittime.
E infatti quest’anno la ‘supplentite’ nelle scuole italiane ha superato ogni decoro e nella scuola della capitale ha raggiunto vette singolari.
Ecco, scrive sempre Repubblica, cosa dicono due genitori: “La maestra Biondi, assegnata a inizio anno, a partire dal 14 settembre, non si è mai vista: moglie di un militare, si è tenuta la cattedra ma non si è presentata. Dicono che ora sia in Puglia, trasferimento a rigor di legge”.
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“Siamo partiti subito con due supplenti, una dietro l’altra, supplenti donne, in classe fino a quando è arrivata l’assegnazione annuale: la maestra Pina. Credevamo fosse la titolare. Veniva da Napoli. Veniva una, al massimo due volte a settimana. Nei giorni di assenza ha avuto bisogno di almeno due supplenti che la sostituissero. Ecco, venti giorni di insegnamento intermittente e la maestra ha chiesto il ricongiungimento familiare. Ottenuto, è tornata a Napoli”.
“Dopo di lei altri due sostituti, durati dal giorno alla notte. Poi, finalmente, la terza maestra di lungo periodo. Lei era la nona, ed era molto brava. I ragazzi si stavano affezionando, ma l’avrebbero chiamata per una supplenza annuale. Altrove. Venti giorni di lezioni ed è andata via, era il periodo dei colloqui di metà novembre. I nostri figli, sette anni, stavano diventando isterici per la mancanza di qualsiasi riferimento, sei tu la nuova maestra, chiedevano a ogni arrivo in classe: Ed erano rimasti fermi alle addizioni e alle sottrazioni delle prima elementare. Contavano fino a cinquanta, nessun insegnante si è mai azzardato ad andare avanti: ognuno conosceva la propria precarietà”.
“Si è aperta una fase di interregno: si sa, con la Buona scuola non c’è sostituzione al primo giorno di assenza. Le nuove supplenti arrivavano direttamente il secondo giorno e restavano una mattina soltanto. Classe smistata, ora in compagnia di un bidello. E preside infuriata: bisogna svuotare le graduatorie, le dicevano dal provveditorato per provare a spiegare il turnover da giramento di testa”.
“Prima dell’arrivo della legge 107, la Buona scuola appunto, superato il 31 dicembre era il preside a chiamare i sostituti. Ora no, ci sono le Gae da chiudere. La penultima maestra ha avuto l’intelligenza di dire questa volta non do i compiti, venerdì non torno più. Ne abbiamo contati undici, di supplenti. Neppure i bambini sapevano più che dirci”.
“L’altro giorno è arrivata Roberta, la dodicesima. Lei ha un contratto fino a giugno. E’ partita con le tabelline senza spiegare perché, ha messo braccialetti con le perline sui polsi degli scolari. Per farli contare. A giugno si cambia ancora, ma per quattro mesi respiriamo. Di fronte a tanto menefreghismo della classe docente, non ci può essere una regola che dice che per cinque anni un insegnante deve restare al suo posto?”.
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