Sarebbero 86mila le stabilizzazioni di docenti precari, a cui si aggiungono 29.720 assunzioni di nuovi insegnanti, per un totale, quindi, di circa 120mila professori immessi in ruolo in questi ultimi due anni scolastici.
Lo scrive Il Sole 24 ore secondo cui ci sarebbero pure oltre un milione di studenti in alternanza obbligatoria.
Ma non solo, secondo il quotidiano economico viene pure premiato il merito, spendendo 200 milioni e con un bonus medio tra i 600 e i 700 euro, a ben 247.782 docenti sugli oltre 620mila insegnanti a tempo indeterminato complessivi, pari a più di un prof su tre.
E ancora, con l’ambizione (rimasta abbondantemente sulla carta) di potenziare l’offerta didattica per gli alunni, è stato creato, ex novo, un organico aggiuntivo composto da quasi 50mila professori assunti con il maxi-piano di stabilizzazione che durante il primo anno di attività, (in media 6/7 prof in più in ogni istituto) è stato utilizzato essenzialmente per tamponare le assenze dei docenti di ruolo, e in generale per non lasciare scoperte le classi durante l’orario di lezioni (senza peraltro ridurre il numero di supplenti “storici”, anche lo scorso anno costantemente intorno alle 100mila unità).
Una situazione paradossale, scrive Il sole 24 Ore, frutto dell’impossibilità di allineare gli insegnanti aggiuntivi (provenienti dalle Graduatorie a esaurimento) alle singole richieste delle scuole (e così è capitato un po’ ovunque che i presidi, nel Piano triennale dell’offerta formativa, hanno indicato come obiettivo di miglioramento lingue, sport e musica, per fare degli esempi, mentre il ministero, non avendo insegnanti in linea, ha inviato loro, proseguendo negli esempi, professori di matematica, diritto e storia dell’arte).
E a non avere esordio migliore è stata pure la cosiddetta “chiamata diretta”, cioè la possibilità per i dirigenti di scegliersi i docenti più adatti al proprio progetto didattico.
Anche qui, precisa Il Sole, il suo decollo è stato piuttosto parziale, frenato della solita burocrazia e, soprattutto, dalla resistenza passiva del mondo scolastico, da sempre restio, nei fatti, a valorizzare l’autonomia a vantaggio di gestioni “collegiali” e assistite dal sindacato (un esempio di questo clima, è stato il boicottaggio, durato mesi, per l’introduzione della valutazione dei professori, che, è bene ricordarlo, hanno ancora adesso la loro busta paga che cresce solo per anzianità). E in prospettiva a dare, molto probabilmente, il colpo mortale alla “chiamata diretta” sarà l’imminente accordo sui trasferimenti dei docenti, con la possibilità, riconosciuta loro dal Miur, di potersi spostare da ambito a scuola (e scappare così alla “scelta” del dirigente).
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Sempre per i docenti, va poi ricordato il bonus di 500 euro per la formazione, resa (finalmente) obbligatoria (anche se le somme stanno venendo utilizzata per acquistare tablet e smartphone).
Per quanto riguarda gli studenti, oltre all’obbligatorietà dell’alternanza dalla terza superiore, la legge 107, al momento, non ha cambiato poi così tanto la vita.
Poco l’arricchimento dell’offerta formativa e scarsa la sperimentazione, in 100 prime classi, di istituti secondari di quattro anni, per non parlare della digitalizzazione della scuola italiana, nonostante fondi e qualche progetto interessante, è ancora molto disomogenea tra Nord e Sud del Paese.
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