La Flc Cgil considera un primo passo importante la revisione dei parametri che regolano la formazione delle classi. Ma la modifica del decreto va governata con una nuova definizione del fabbisogno organico di diritto di docenti e ATA, in modo che esso non risponda a meri motivi di contenimento della spesa pubblica. E va accompagnato da misure strutturali importanti: una radicale riqualificazione dell’edilizia scolastica, una generalizzazione della scuola dell’infanzia, il ripristino del modello di tempo pieno e prolungato e una modernizzazione dei laboratori nelle secondarie.
Nella fase di confronto alcuni parlamentari della Commissione hanno avanzato la tesi che la soluzione ai problemi di organico e di ammodernamento degli edifici risieda non tanto nella riduzione degli alunni per classe, quanto nell’attuazione del progetto di autonomia differenziata.
Il sindacato guidato da Sinopoli ha ritenuto al contrario, che un simile progetto avrebbe delle conseguenze ancora più negative sulla garanzia del diritto sociale all’istruzione, che verrebbe esercitato in maniera diseguale sul territorio nazionale. La Carta costituzionale assegna allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli e sanare le differenze e non di accentuarle.
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