A mettere il dito nella piaga, dicono le agenzie, la Cosmed, la confederazione sindacale della Dirigenza del pubblico impiego, che ne ha parlato l’11 dicembre nel corso dell’incontro: “Pubbliche amministrazioni. L’impatto della crisi sulla pubblica amministrazione e sul Welfare. Le scelte indispensabili”.
E il sindacato ha detto che tutte le leggi degli ultimi cinque anni sono state volte a penalizzare i dipendenti pubblici con misure restrittive sulla retribuzione e l’equità fiscale, a cominciare con la proroga del blocco del contratto di lavoro, il blocco delle retribuzioni individuali e finire, si fa per dire, con la soppressione dell’indennità di vacanza contrattuale fino al 2017.
Ma non finisce qui, denuncia il sindacato Cosmed, sono state introdotte norme per escludere i dipendenti pubblici dal pensionamento (vedi Q96) e dalle detrazioni fiscali per la previdenza integrativa, fino alla penalizzazioni economiche in caso di malattia (legge Brunetta).
In un quadro politico sempre più frammentato, con l’economia in stagnazione, dice i sindacato si devono imporre scelte nette, in primo luogo, la semplificazione delle assunzioni e la riduzione del carico fiscale sul lavoro, “la riapertura della stagione contrattuale” e, nell’ottica della Spending Review, “maggiore responsabilizzazione dei dirigenti, che conoscono meglio di chiunque altro i processi produttivi”.
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