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150.000 giovani tra 14 e 17 anni hanno lasciato la scuola e non fanno nulla

Nel 2007 il 5,2% dei giovani tra i 14 e i 17 anni, corrispondente ad oltre 121.000 ragazzi, non risultava presente in nessun percorso formativo. Il dato, particolarmente grave se si pensa che in quella fascia d’età in Italia vige il “diritto-dovere” scolastico, è contenuto nell’ottavo Rapporto di monitoraggio del diritto-dovere realizzato dall’Isfol e presentato il 16 aprile presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
L’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ha quantificato – sulla base di dati Miur, regionali ed Istat – però addirittura in 150.000 il numero di under 17 che hanno abbandonato un corso di studi senza optare per altre attività formative o lavorative: nel computo include infatti altri 30.000 giovani apprendisti impegnati in attività formative fuori dalle imprese.
Nell’anno scolastico e formativo 2007-08 l’Isfol ha registrato 2.080.148 giovani 14-17enni (pari all’88,7%) iscritti ad un corso scolastico; 102.297 (il 4,4%), nella stessa fascia d’età, iscritti alle varie agenzie formative e 41.028 (appena l’1,7%) in apprendistato. Mentre 121.070 (che corrispondono appunto al 5,2%) non risultano coinvolti in nessun percorso formativo.
Anche in questo ambito si registrano profonde differenze territoriali tra Nord e Sud. Il numero degli iscritti alle agenzie formative accreditate nella parte più alta della penisola supera infatti l’8% (8,3% del Nord-Est, 8,1% del Nord-Ovest), mentre al Centro registra l’1,7% per arrivare al Sud all’1,9%.
Anche gli apprendisti sono in concentrati al Settentrione (il 2,5% al Nord-Ovest e il 3% al Nord-Est) e scarseggiano al Centro (1,7%), ma soprattutto al Sud (0,9%). Più omogeneo, invece, il quadro generale di iscritti a scuola, con il Centro stavolta a primeggiare con il 92,5% di under 17 iscritti.
“Risulta evidente – dicono i ricercatori dell’Isfol – il bisogno di un intervento che veda nella lotta alla dispersione una delle sue priorità”. Ed una delle prime operazioni da fare sarà quella di sistematizzare i giovani censiti attraverso una migliore gestione delle anagrafi territoriali: “il sistema informativo – spiegano sempre dall’istituto – risulta infatti uno dei nodi irrisolti per il mancato recupero dei giovani usciti dai percorsi formativi”.
Nel 2007 su 2 milioni 344 mila giovani mila giovani individuati all’interno dei tre percorsi previsti per legge (scuola, formazione professionale e apprendistato) oltre 1 milione di 14-17enni non risultavano censiti. Significativi anche in questo ambito i dati territoriali. “Infatti a livello regionale – continua il rapporto – solo 9 Amministrazioni su 21 dispongono di un sistema anagrafico e anche in tale ambito si registra un forte divario tra Nord e Sud (oltre il 74% dei ragazzi in diritto-dovere nel Mezzogiorno non è censito)”.
Un altro passo da fare è quello verso il miglioramento dei Centri per l’impiego: premesso che quasi l’80% svolge funzioni di orientamento, mentre il 62% realizza azioni di tutorato  e che gli operatori sono passati dai 157 del 2005 alle 258 unità nel 2007, i numeri risultano modesti. In Italia, a differenza di altri Paesi, non si può parlare di aggressione del fenomeno della dispersione: l’accompagnamento personalizzato per favorire il rientro dei dispersi nei circuiti formativi risulta ancora carente: “nel 2007 – dicono dall’Isfol – emerge che il rapporto è di un operatore ogni 193 dispersi per le azioni di orientamento e di uno su 432 per quelle di tutoraggio”.
Dall’analisi dei dati risulta infine chiaro che il fenomeno della dispersione formativa sconta ancora un deficit informativo troppo evidente nella trasmissione dei dati territoriali, soprattutto con riferimento alle aree del Sud. Una disuguaglianza che per l’Isfol va accreditata ai differenti servizi: “la qualità dei sistemi informativi e dei servizi di accompagnamento – conclude l’Isfol – risulta assai più elevata nelle circoscrizioni del centro-nord del Paese”. 
 
 
Alessandro Giuliani

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