Basta leggere qua e là nei vari gruppi e nelle diverse pagine specializzate di Facebook per averne la prova: nessuno sa davvero quanti siano i docenti delle GAE e delle graduatorie di istituto perchè un censimento serio e preciso fatto sulle “teste” reali e non sulle posizioni non è stato ancora fatto.
Il fatto è che ogni insegnante può essere presente in più graduatorie, anche di ordini di scuola diversi e quindi fare semplicemente la somma delle posizioni è del tutto sbagliato.
E poi c’è un altro problema ancora più serio di cui parlano molti docenti nei social network: per conferire supplenze anche temporanee le scuole spesso interpellano insegnanti che sono già in ruolo da anni.
Solo nelle ultime ore, per esempio, abbiamo letto più di 50 post su questo problema; con qualche segnalazione da record: come quella di chi dice di essere stata chiamata pur essendo felicemente in ruolo (in altra classe di concorso) da più di 10 anni.
{loadposition eb-tfa2}
Si può facilmente comprendere, quindi, il motivo per cui il ministro Giannini sta “tenendo duro” sulle regole delle prossime assunzioni: solo dalle GAE e non anche dalle graduatorie di istituto. I numeri contenuti nel piano “Buona Scuola”, infatti, potrebbero riguardare le posizioni in graduatoria e non le persone fisiche efferttivamente presenti e interessate all’assunzione.
In questo modo è probabile che – a conti fatti – le persone da assumere siano largamente inferiori a 150mila.
Peraltro non si riesce davvero a capire come mai vi siano tutte queste difficoltà a contare esattamente le persone presenti nelle graduatorie, dal momento che ogni insegnante è inserito con il proprio codice fiscale (che è unico): basterebbe contare i codici fiscali anzichè le posizioni e si potrebbe avere un dato assai più attendibile. Ecco perchè il sospetto che si voglia di fatto immettere in ruolo un numero di docenti inferiore a quello “promesso” ci sembra legittimo, almeno per il momento.