Categorie: Mobilità

150mila docenti a caccia della scuola giusta

Stabilito che nella domanda di mobilità si potranno inserire massimo 15 preferenze, di cui solamente 5 potranno essere delle scuole specifiche, ci sono diversi punti dell’Ordinanza n. 220 e 221 del 12 aprile scorso che penalizzano i docenti: non si considera per intero, a esempio, il servizio pre-ruolo. Va poi rilevata la mancata equiparazione del servizio svolto nelle scuole paritarie, nonché per i periodi di supplenze su sostegno che andranno considerati per coloro che chiederanno il passaggio su posto comune. Così come non c’è traccia nemmeno di quel punteggio massimo che si sarebbe dovuto assegnare per la presentazione del conseguimento dei titoli abilitanti o specializzanti, conseguiti attraverso Ssis, Tfa, Pas, Scienze della formazione primaria e corsi analoghi. In tanti saranno costretti a ricorrere al giudice.

 

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Lo sostiene Anief secondo cui se nel 2016 furono oltre 200mila i prof interessati alla mobilità, quest’anno se ne prevedono almeno 150mila.

Secondo Anief dunque la scelta delle scuole diventa fondamentale per non terminare negli ambiti territoriali e perdere la titolarità: l’operazione, di spostarsi su una singola scuola piuttosto che su un’area di istituti scolastici, potrà essere tentata anche dai docenti assunti lo scorso anno e il precedente (fasi B e C della L. 107/2015). Pertanto, pure i neo-assunti, se ne avranno la possibilità, potranno essere collocati su una singola scuola e uscire dalle incertezze professionali derivanti dalla collocazione su ambito territoriale. Diventa fondamentale, quindi, ottenere il massimo del punteggio. E farsi valere dal proprio Ufficio Scolastico Provinciale, di conseguenza, tutti i titoli e i servizi svolti

Pasquale Almirante

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