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150mila studenti tra i 15 e i 19 anni ha usato psicofarmaci negli ultimi 12 mesi

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Prendono Xanax e Valium, antidepressivi e tranquillanti. Farmaci per l’attenzione, come il discusso Ritalin, lo stimolante a base di anfetamina. Pillole per la dieta, pillole per dormire. Un dato preoccupante che emerge dall’ultimo studio Espad 2011, realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr a Pisa. A darne notizia La Repubblica.
Sembra addirittura che li prendono tra una versione di latino e gli esercizi di algebra, come fossero innocue aspirine.
La ricerca, continua l’articolo, si è basata sulle risposte raccolte attraverso un questionario su un campione rappresentativo di 50mila alunni italiani. La prima riflessione che fa chi quello studio l’ha condotto, la epidemiologa toscana Sabrina Molinaro, riguarda proprio la costanza dell’abuso. “Mentre il consumo di droghe, alcol e tabacco sta diminuendo tra gli studenti di quell’età anche perché hanno meno soldi in tasca a causa della crisi – spiega – l’assunzione di psicofarmaci senza prescrizione medica rimane costante. Non diminuisce, anzi. L’uso di tranquillanti e pillole per dormire è in aumento, si è passati dal 4,5 per cento del 2007 (la percentuale è calcolata sul campione, ndr) al 5,4 per cento del 2011”.
I tranquillanti dunque sono gli psicofarmaci più diffusi tra gli studenti. Seguiti però da quelli che promettono di migliorare la concentrazione e moderare l’iperattività, con una prevalenza nel campione del 2,8 per cento. Sono medicinali discussi e discutibili, che non trovano l’approvazione dell’intera comunità degli psicoterapeuti. Comunque da assumere tassativamente dietro prescrizione e controllo del medico.
“Invece i ragazzi li prendono con troppa leggerezza perché consigliati da qualche amico – racconta la dottoressa Molinaro – o anche perché qualcuno in famiglia già li ha. Li usano prima di compiti in classe, interrogazioni, esami. Insomma in periodi di studio intenso”.
Dati alla mano, si scopre che il primo “assaggio” si fa intorno ai 15 anni e sono soprattutto le ragazze ad attingere con più facilità al cassetto dei medicinali dei genitori. Ma sbaglia chi pensa che quella sia l’unica fonte di approvvigionamento. Si possono comprare nel gran bazar di Internet. I ragazzi se li scambiano a scuola o a casa di amici. Il 3 per cento ha dichiarato di averli comprati da uno spacciatore insieme con altre sostanze, il 4 per cento li ha reperiti in discoteca o ai concerti.
“Non mi stupisce, purtroppo – commenta il dottor Raffaele Lovaste, responsabile da 20 anni del Sert di Trento e a conoscenza dello studio Espad – il messaggio che è passato nella società è che tutti i disturbi, o presunti tali, possano essere curati con una pillola. Il male interiore sedato con un elemento esterno. È una visione sbagliata, così si alimentano le dipendenze. E alcuni psicofarmaci, come i tranquillanti, danno assuefazione”.
Non ci si aspetterebbe di trovare lo Xanax o un tranquillante a un rave o a un concerto, invece capita anche quello. “Questo perché chi prende cocaina o pasticche – dice Lovaste – può essere soggetto ad attacchi di panico, ansie, paure. E quindi prende il medicinale per attenuare gli effetti collaterali di una droga”. Un cocktail sciagurato.