Secondo la stima contenuta nella relazione tecnica della manovra, nel 2022 saranno 16.800 le persone che andranno in pensione con Quota 102. Interessante è l’aspetto economico, perché l’assegno medio sarebbe pari a 26 mila euro con un costo totale, per il 2022, pari a 175,7 milioni.
Tuttavia, secondo le stime, il numero dei potenziali beneficiari salirà, nel 2023, a 23.500 per poi ridiscendere, nel 2024, a circa 15 mila persone, per una spesa complessiva, sempre relativa a Quota 102, di 1,7 miliardi.
Dunque, secondo la manovra di Bilancio, si avrà il superamento di Quota 100, che fino ad ora ha consentito di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, mentre si implementa quota 102, i cui effetti si esauriranno nel 2026 e che permetterà il pensionamento con 64 anni di età e 38 di contributi.
Relativamente a Opzione Donna, viene stima una platea di 17.000 donne su un totale di 29.500 lavoratrici che maturano i requisiti anagrafici e contributivi minimi e che dunque riguardano 17.000 lavoratrice nel pubblico, 5.000 nel privato e 7.500 autonome. Ne potranno usufruire coloro che avranno 58 anni di età (59 per le autonome) e almeno 35 anni di contributi.
Per quanto invece riguarda l’importo medio, si stima un assegno mensile della pensione contributiva di 1.100 per le lavoratrici del privato, 1.250 euro mensili per le dipendenti del pubblico e 810 euro per le lavoratrici autonome, con una riduzione media del 6% per le lavoratrici dipendenti e del 13% per le autonome.
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