Il ministro dell’istruzione Marco Bussetti scrive su Fb, felice, che il governo recepisce le richieste dei sindacati: “Sì a misure uniche e straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e sì a percorsi abilitanti aperti a tutti coloro che hanno acquisito adeguata esperienza, con selezione in uscita come nel 2013”.
Ma c’è pure il via libera della ministra della P. A, Giulia Bongiorno, che spiega: “interessa circa 8.000 dirigenti e permetterà il quasi totale riallineamento della retribuzione dei dirigenti scolastici a quella delle altre categorie di dirigenti pubblici”.
A questo punto il contratto potrà “essere ratificato dal Cdm e, dopo i controlli della Corte dei Conti, sottoscritto in via definitiva”. Per l’intero triennio “si prevede un incremento medio pari a 160 euro al mese”.
Nel comunicato Palazzo Vidoni sottolinea come si tratti del “primo contratto della dirigenza dopo un lungo periodo di sospensione (perdurava dal 2009) dei rinnovi contrattuali; interessa 7.452 capi di Istituto e gli oltre 300 dirigenti degli enti di ricerca, delle università e delle accademie e dei conservatori”.
Un contratto, viene evidenziato, che “definisce un nuovo e più funzionale sistema di relazioni sindacali, introduce misure a tutela dei dirigenti con gravi patologie e tutele per le donne vittime di violenza, nonché ferie e riposi solidali in favore di dirigenti che debbano assistere figli minori. Inoltre definisce misure più rigorose nel codice di disciplina per contrastare e sanzionare fino al licenziamento condotte più gravi, nonché misure che ridefiniscono il sistema della premialità in modo più selettivo e meritocratico rispetto al passato”.
Quanto alla parte economica, precisa l’ Ansa, “con risorse aggiuntive, la retribuzione di posizione fissa della dirigenza scolastica è stata equiparata a quella degli altri dirigenti”. Una quota dei 160 euro di aumento medio “è collegata al raggiungimento degli obiettivi ed è prevista una differenziazione della retribuzione di risultato tra i vari dirigenti”.
L’accordo definisce un nuovo e più funzionale sistema di relazioni sindacali, introduce misure a tutela dei dirigenti con gravi patologie e tutele per le donne vittime di violenza, nonché ferie e riposi solidali in favore di dirigenti che debbano assistere figli minori. Inoltre, definisce misure più rigorose nel codice di disciplina per contrastare e sanzionare fino al licenziamento condotte più gravi, nonché misure che ridefiniscono il sistema della premialità in modo più selettivo e meritocratico rispetto al passato
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