I lettori ci scrivono

Chiudere tutte le scuole d’Italia, lo chiedono studenti e docenti del Comenio di Napoli

Quello che segue è il testo di una lettera inviata da docenti e studenti del liceo Comenio di Napoli al presidente Conte, alla ministra Azzolina e a diverse autorità regionali.

I docenti del Liceo Comenio di Napoli, unitamente e con forza, STIGMATIZZANO COME IMPROPRIA, PERICOLOSA, INCONGRUA E FUORI LUOGO la scelta di riaprire le scuole in Italia e – per quel che più da presso li riguarda – nella città di Napoli

In un momento in cui il contagio cresce in maniera preoccupante, mentre i casi di positività al Covid-19 si allargano e si stendono all’intero territorio nazionale, riaprire le scuole è una ASSURDA RECITA DELLA NOMALITÀ. Una recita che mette a rischio la salute dei docenti, degli studenti e di tutti coloro – sovente soggetti a rischio come anziani o persone a diverso titolo debilitate – con cui i primi e i secondi sono entrati ed entreranno in contatto.

Non è difficile comprendere che, in una scuola e segnatamente in alta, è PRATICAMENTE IMPOSSIBILE seguire quelle cosiddette “buone regole” che le autorità e i media suggeriscono alla popolazione. In un’aula non esiste distanza di sicurezza; in un’aula non è possibile controllare gesti e movimenti, specie di allievi di giovane età. In una scuola, spazi e oggetti – bagni, corrimano, maniglie, LIM, computer – sono continuamente toccati e sfiorati da più e più e mani. E credere che a ogni tocco, a ogni sfioramento, segua una pronta disinfezione delle mani o degli oggetti, È SOLTANTO RIDICOLO.

Ancora: arrivare a scuola significa far uso di mezzi pubblici, a Napoli particolarmente affollati e mal puliti; significa, per gli allievi, fatalmente trattenersi in assembramento disordinato all’inizio e al termine delle lezioni.

Infine: una scuola è un luogo in cui si riuniscono alcune centinaia persone, alcune della quali sono, coscientemente o meno, ENTRATE IN CONTATTO CON SOGGETTI PROVENIENTI DALLE ZONE DELLA PENISOLA MAGGIORMENTE INTERESSATE DAL CONTAGIO. Quando non hanno frequentato di persona quelle aree a rischio.

E dunque: OGNI SCUOLA È UN FATALE E PERICOLOSO MOLTIPLICATORE DI OCCASIONI DI CONTAGIO. Bene lo hanno compreso in Giappone che, sebbene patisca una situazione epidemica meno accidentata di quella italiana, ha stabilito di chiudere TUTTE le scuole per tre settimane. E questo in un paese che ha una concezione quasi sacrale dell’impegno nello studio

I DOCENTI DEL COMENIO CHIEDONO DUNQUE UNA IMMEDIATA CHIUSURA DELLE SCUOLE. Gli strumenti per fare lezione a distanza esistono già: SONO SEMPLICI, EFFICACI, GRATUITI. Usiamoli. Senza richiamare, impropriamente, il bisogno della continuità della didattica.

Che tutti gli attori istituzionali, dunque, RECUPERINO IL SENSO DELLA REALTÀ e si facciano carico delle immense responsabilità che il popolo ha loro affidato. Senza scelte affrettate e irresponsabili, senza falsi ottimismi, semmai a uso del mercati. Senza, in ultimo, giochi verbali degni del Tribunale della Sanità della Milano del 1630 e non di una democrazia del XXI secolo.

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