“La scuola statale è un patrimonio nazionale da difendere”, “Se sei precario o sei di ruolo, questa scuola ti lascia solo”, “Docenti precari abilitati subito”.
Sono alcuni degli slogan che hanno caratterizzata la giornata dello sciopero dei sindacati di base ((Unicobas, Federata, Cub e Usb), di Anief, Federata e Orsa contro i decreti legislativi della Legge 107/2015.
La contestazione maggiore si è svolta davanti al ministero dell’Istruzione, dove si sono radunate alcune centinaia di persone, giunte da tutta Italia.
Dopo il sit-in, sempre a Roma, i lavoratori della scuola (5.000 secondo i Cobas) hanno dato via ad un corteo lungo viale Trastevere dove dove il traffico è stato parzialmente deviato. Scandendo slogan contro i tagli al sostegno e in difesa della scuola pubblica, verso le ore 11.30 i manifestanti si sono recati al Pantheon: hanno dato vita a un colorato corteo lungo viale Trastevere, sventolando le bandiere sindacali e sorreggendo striscioni.
Le proteste si sono realizzate anche in piazza del Gesù, a Napoli: un gruppo di manifestanti, hanno detto che questa riforma, con le deleghe che si stanno approvando, “svilisce il ruolo della scuola, dei docenti, degli studenti. Di tutto il personale”.
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Sulla base dell’obelisco, un gruppo di manifestanti ha affisso uno striscione chiedendo che venga “eliminata l’alternanza scuola-lavoro perché si traduce in uno sfruttamento degli studenti”.
Per i manifestanti campani, la “cosiddetta legge della Buona Scuola non rispetta la Costituzione”.
Tanti i cori, anche a Napoli, per chiedere la stabilizzazione dei precari, anche non abilitati.
“Lavoriamo a una soluzione anche per i precari”, ha assicurato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, commentando con i giornalisti la protesta.
“A loro voglio dire – ha detto Fedeli – che stiamo lavorando per la qualificazione della scuola”.
In risposta alle rivendicazioni dei docenti precari, la ministra ha detto: “Dovrebbero sapere, visti anche i pareri che stanno dando le commissioni sul decreto per il reclutamento in particolare sulla fase transitoria, che stiamo puntando a reclutare e immettere nella scuola le persone che sono precarie e hanno superato i concorsi. Stiamo affrontando dunque anche quel tema”, ha concluso il responsabile del Miur.
“Ancora una volta – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il mondo dell’istruzione pubblica si è espressamente dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale”.
“Decine di migliaia di docenti e Ata hanno partecipato alle 10 manifestazioni svoltesi a Roma, Cagliari, Palermo, Napoli, Torino, Bologna, Catania, Venezia, Firenze e Bari”, hanno fatto sapere i Cobas, che oltre al ritiro delle deleghe chiedono, tra le altre cose, l’eliminazione della chiamata diretta dei prof, il recupero del 20% di salario perso in 8 anni di blocco contrattuale, l’assunzione dei precari con almeno 36 mesi di servizio, la libertà delle scuole di istituire o meno l’alternanza scuola-lavoro e la cancellazione dei test Invalsi.
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