17 marzo, ora è ufficiale: festa nazionale e scuole chiuse
Dopo aver già annunciato lo scorso 28 gennaio la chiusura di scuole ed uffici pubblici, le polemiche, anche all’interno dello stesso Governo, non erano mancate. Posizioni contrastanti che abbiamo riassunto in un precedente articolo.
Adesso, il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge che stabilisce che il 17 marzo sarà festa nazionale per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia.
Una decisione che, per venire incontro alle proteste avanzate soprattutto dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, prevede che “al fine di evitare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150/o anniversario dell’Unità d’Italia”. Il 4 novembre, dunque, non verrà pagato come festività soppressa.
Peraltro, per il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, celebrare il 17 marzo è “neutrale da un punto di vista economico”, anche in considerazione del fatto che il 2011 è “un anno positivo dal punto di vista dei giorni lavorati”.
Ma i tre ministri leghisti non hanno aderito alla decisone favorevole (Bossi e Calderoli hanno votato contro, Maroni era assente). E al termine della riunione Roberto Calderoli è stato molto duro: “fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo è pura follia. Ed è anche incostituzionale”.