“17 ragazze”: la maternità va rispettata, pure se arriva in età scolastica
La maternità va sempre rispettata. È questo il senso della recensione positiva che l’Osservatore romano ha dedicato, con un corsivo di prima pagina, al film francese “17 ragazze”. La pellicola ambientata in una scuola media superiore di una cittadina della Bretagna, in piena decadenza economica e culturale: “una sedicenne rimane incinta e, invece di parlarne con la madre, sempre assente e distratta, si confida con le amiche – scrive il quotidiano del vaticano – e decide di tenere il bambino per cambiare qualcosa nella sua vita vuota di affetti e di stimoli, priva di prospettive. In rapida successione, ben sedici sue coetanee – il gruppo delle amiche più strette – rimangono incinte: per scelta, per vivere insieme un sogno, un’utopia di vita comune in cui le ragazze, con i loro bambini, sperano di vivere aiutandosi a vicenda”.
Questa forza di volontà, questo senso comune, viene interpretato come un valore positivo. Da accettare, senza se e senza ma. “C’è la volontà di dare una risposta al disagio giovanile, al nichilismo di una vita vuota, senza desideri: il sesso ormai a disposizione di tutti, senza impegno e coinvolgimento, come si vede dal modo disinvolto in cui le ragazze riescono a raggiungere il loro scopo procreativo, non è più oggetto di desiderio”.
È in questo contesto che rimanere incinta diventa per ben diciassette amiche di scuola un esempio e un modello. Che tutte seguiranno. Spiazzando tabù, comunità e autorità scolastiche. Una storia incredibile. Però vera. Accaduta quattro anni fa nel Massachusetts.