Oltre a capire quanto e con quale frequenza in effetti i docenti disertino le lezioni, il rilevamento del Miur, voluto dall’ex ministro Francesco Profumo, tentava pure di capire, sia il presumibile danno ai ragazzi e sia i costi che le scuole devono affrontare per le supplenze. Ha avuto un bel gridare l’altro ex ministro alla F.P., Renato Brunetta, al fannullonismo dei prof in mancanza di dati certi che ora sono disponibili e provengono da circa 18 mila scuole, che il sito Skuola.net ha ricavato. Si viene così a sapere che complessivamente ogni insegnante durante l’anno scolastico si assenta mediamente 8 giorni per malattia, 6 per maternità e 4 per altri motivi.
Tradotto in percentuali, circa il 10% dei 200 giorni minimi necessari per garantire la validità dell’anno scolastico. Le regioni dove i docenti sono maggiormente assenti sono l’Abruzzo, l’Emilia, il Lazio, la Lombardia, la Sicilia, l’Umbria e il Veneto.
Ma non solo, esistono scuole dove le assenze superano di gran lunga il dato medio e i prof devono avere, ironizza Skuola.net, senza dubbi una salute molto cagionevole visto che i prof di due istituti si distinguono per assenze causa malattia: ben 39 giorni medi pro-capite al Circolo Scolastico Piedimonte Matese Prime (CE) e a Messina alla Da Vinci di Messina, entrambe scuole dell’infanzia.
Le natività invece, per contrastare la denatalità che affligge l’Italia, è stata generosa con le docenti dell’Istituto Professionale di Cascia, dove il tasso di assenza medio per maternità è stato di ben 59 giorni. Infine, al famoso Liceo Scientifico Righi di Roma spetta la palma delle assenze per altri motivi: ben 30 giorni in media, che però rappresenta lo 0,10% del totale. Tuttavia rendono bene la situazione di difficoltà in cui versa la continuità didattica in alcune scuole dello Stivale. Non mancano poi le realtà virtuose, dove non si registrano assenze né per malattia o né per altri motivi: sono lo 0,36% e lo 0,49% rispettivamente sul totale.
Ma anche il personale Ata non scherza.
All’istituto commerciale Pirandello di Lampedusa si arriva a ben 106 giorni di assenza per malattia in media, all’Istituto Superiore Aldini Valeriani di Bologna siamo addirittura a quota 139 causa maternità e infine alla scuola media Petrarca di Udine sono solo 61 i giorni medi di assenza per altri motivi. Questa tendenza al rialzo viene confermata anche osservando i dati nel loro complesso: tendenzialmente il personale ATA si assenta più dei professori per motivazioni di malattia (15 giorni medi pro capite) o per altri motivi(8 giorni), mentre sono nettamente minori le assenze per maternità (2 giorni), probabilmente a causa di una preponderanza maschile in questa categoria.
Nel panorama nazionale, le regioni dove latitano maggiormente i collaboratori scolastici sono la Sardegna, il Lazio, la Calabria, la Liguria e la Lombardia.
La buona parola tuttavia bisogna anche metterla e cercare di giustificare queste assenza, per cui tra le cause ci potrebbe essere, considerato che il motivo maggiore di assenza dei prof è legata alla malattia, è molto probabile che essa sia connessa all’età. Quindi non può mancare una fotografia anagrafica del corpo docente.
I dati ministeriali li suddividono in fasce crescenti numerate da 3 a 6. Si suppone quindi che la prima sia relativa ai trentenni mentre l’altra ai sessantenni. Ci sono solo 8 scuole in tutta Italia in cui l’intero staff è composto dal 100% di docenti giovani, peraltro quasi tutti precari con contratto a tempo determinato. Poche se consideriamo che sono ben 68 gli istituti in cui tutti i docenti appartengono alla fascia dei più anziani.
Insomma gli insegnanti hanno l’esperienza dalla loro parte. Infatti le scuole in cui il corpo docente è composto, per più della metà, da docenti anziani è pari a 1 su 10. Mentre quelle in cui i più giovani sono la maggioranza sono solo lo 0,32%. Nella stragrande maggioranza delle scuole, i prof più giovani non arrivano al 20% del totale.
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