Tutto frutto di un raid punitivo che un 15enne ha organizzato e pianificato con un piano strategico creando un gruppo su Whatsapp. La missione punitiva, scrive La Stampa, è cominciata davanti a una scuola superiore ed è proseguita in una piazza poco distante.
Le vittime, secondo quanto accertato dai carabinieri, avrebbero avuto, nei giorni precedenti, una discussione con il promotore del gruppo e alcuni suoi amici.