Da qualche tempo segnaliamo il taglio delle cattedre di dirigente scolastico ed esattamente da quando si è appreso del piano di riorganizzazione della rete scolastica varata con la manovra di luglio 2011 dagli ex ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti che ha portato, a consuntivo, a ridimensionare 1.080 scuole.
Ma soprattutto a “sotto-dimensionare”, vale a dire a togliere il dirigente scolastico di ruolo negli istituti con meno di 600 alunni (che scendono a 400 alunni per i plessi siti in piccole isole e comuni montani), ulteriori 1.141 scuole.
La Flc-Cgil del resto ha già reso noto da tempo le sue tabelle con tutti i dati relativi sia alle scuole ridimensionate, sia agli accorpamenti e ai posti di dirigente che si renderanno liberi coi pensionamenti, ma anche quelli spariti dalla pianta organica del Miur. .
Resta dunque fermo, anche per il Sole 24Ore, che dal prossimo 1° settembre le scuole accorpate saranno affidate a un preside “reggente”, che in alcuni casi non sarà neanche retribuito nonostante si veda raddoppiare il lavoro (per effetto del contratto sulla mobilità dei dirigenti scolastici siglato lo scorso 5 giugno), senza considerare, poi, il disagio dei presidi “sotto-dimensionati” costretti, in alcuni casi, a emigrare verso scuole distanti anche 150 chilometri rispetto alla sede di provenienza (cioè è possibile perché l’incarico da preside è su base regionale).
Ma il drastico taglio di dirigenti scolastici avrà ripercussioni negative anche sul concorso a 2.386 nuovi posti da preside, con quasi la metà dei vincitori che non riuscirà a essere assunto il prossimo 1° settembre. Nel 2011-2012 infatti i presidi in servizio erano 8.220 (su 10.221 istituzioni scolastiche sede di presidenza). Ma per effetto della riorganizzazione della rete scolastica (che nel 2012-2013 ha ridotto le scuole a 9.131) e i 1.431 pensionamenti di quest’anno i dirigenti scolastici in servizio al 1° settembre 2012 saranno quindi 6.789 (a fronte di 7.990 posti di organico disponibile).
Ecco quindi che i posti vacanti per le assunzioni dei neo-presidi si riducono a 1.201 unità. Mentre per tutti gli altri se ne riparlerà nel 2013 e 2014. Del resto il concorso indetto lo scorso anno (e gestito su base regionale) sta andando avanti, a fatica, e a macchia di leopardo, con tre Regioni (Abruzzo, Campania e Sicilia) che sono rimaste indietro (sono ancora nella fase della correzione degli scritti). Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto hanno invece chiuso la procedura, individuando i vincitori. Lo ha fatto anche la Lombardia, ma il Tar ha annullato la prova e ora si aspetta il verdetto del Consiglio di Stato. Emilia Romagna, Liguria, Puglia e Toscana stanno per pubblicare la graduatoria finale.
Ma nel mirino c’è, soprattutto, la gestione regionale del concorso «che è stata un errore», ha detto Gianni Carlini, responsabile nazionale presidi della Flc-Cgil. Mentre per Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola, bisogna ragionare per «reti di scuole». In assenza «ogni razionalizzazione del l’organico si risolve solo in tagli lineari che creano disagi».
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