La Buona Scuola proposta dal presidente Renzi sembra abbia superato l’esame da parte degli studenti che la promuovono, seppure con riserva. Lo sostiene un “instant poll” svolto dal portale Skuola.net su un campione di 2.000 studenti di scuole secondarie e universitari.
E due su tre esprimono un parere positivo, in attesa, però, di verificare l’attuazione degli interventi.
I provvedimenti che riscuotono più successo sono l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria, la valutazione dei prof, l’eliminazione delle supplenze e la consultazione online.
Questo il sondaggio, mentre i comunicati dell’Unione degli studenti sono altri.
Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, dice: “La buona scuola per noi è quella gratuita che permette a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza. Questa non è l’idea del premier”.
Gli elementi positivi infatti, nella proposta della nuova scuola di Renzi, per l’Uds sarebbero marginali: “Ci sono e vanno detti: sviluppo delle reti wi-fi, didattica e insegnamento, musica e storia dell’arte, complesso delle risorse in campo. Anche se nutriamo dubbi sull’effettiva copertura promessa”, ma “Renzi usa queste voci come specchietto per nascondere attraverso belle parole provvedimenti strutturali gravissimi. Da cinque anni lavoriamo su una legge per il diritto allo studio, e nel piano non c’è una virgola. Comodato d’uso dei libri di testo, agevolazioni sui trasporti e i consumi culturali, borse di studio con criteri meno stringenti. Così si combatte la dispersione scolastica”
Anche il governo vorrebbe contrastare la dispersione, ma lo fa permettendo ai privati di lucrare su quello che dovrebbe essere un diritto. È assurdo pensare a una scuola finanziata dai privati o svilita da iniziative di crowdfunding: la scuola non si può finanziare strutturalmente con la beneficenza e non può trasformarsi in un’impresa per potersi sostenere”
“Si vuole allineare la didattica agli interessi di un mercato del lavoro sempre più desideroso di precari senza diritti e senza competenze critiche. Contrasteremo con forza questo disegno di demolizione dei diritti, il 10 ottobre saremo in piazza”.
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