Avrebbe presentato ben due lauree: in Pedagogia all’università di Parma e in Psicologia all’università Cattolica di Milano e una ulteriore certificazione della Scuola di specializzazione per l’attività didattica di sostegno, ma in realtà sarebbe stato tutto falso, ma non l’assunzione, reale e con retribuzione, per 20 anni come docente di sostegno in diverse scuole della Brianza.
E così la Corte dei Conti della Lombardia, riporta La Repubblica, ha condannato la signora docente in pectore al pagamento di 314mila euro: due decenni di stipendi che devono “essere restituiti integralmente” al ministero dell’Istruzione.
È scritto infatti nella sentenza della Corte dei Conti: “E’ di solare evidenza che la convenuta non aveva nessuno dei titoli” e “ha dichiarato il falso e prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava”.
Tutto sarebbe iniziato nel 2018, quando il dirigente scolastico della scuola dove la sedicente prof insegnava segnala alla procura una “fattispecie di danno erariale a carico” dell’insegnante. Il motivo: avere “prodotto false certificazioni in occasione dell’assunzione a tempo indeterminato” come “docente di sostegno”.
In questa scuola, la prof era entrata in servizio a settembre del 2010 come insegnante di sostegno, appunto, per il settore umanistico, linguistico e musicale, presentandosi come super-qualificata perché provvista di due lauree e di una specializzazione per l’insegnamento alle superiori di ragazzi con disabilità.
Dopo la ‘denuncia’ del preside e le indagini dei carabinieri la sentenza dei magistrati contabili con la quantificazione della somma: la professoressa dovrà restituire al ministero “314.651,79 euro ad oggi già rivaluta”.
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