Sembra un record e forse lo è veramente; e comunque richiama le grandi mobilitazioni, con relative occupazioni delle scuole, sessantottine, anche se le motivazioni allora erano assai diverse e in primo luogo un approccio differente alla cultura e al sapere, con la chiara percezione che la scuola era considerata del tutto classista, università compresa. Questo record di occupazioni soprattutto pare lo abbiano raggiunto le scuole del torinese dove, informano le agenzie, sarebbero circa 20 e nulla toglie che se ne aggiungano altre.
La motivazione che sta alla base di tanta protesta sarebbe dovuta alle tragiche scomparse dei due giovani durante il loro stage lavorativo. Ma c’è anche la protesta contro la seconda prova scritta all’esame di stato e la repressione cui sono stati oggetto gli studenti durante il corteo da parte della polizia.
Ma poi ci sono le solite e ancora non risolti problemi legati all’edilizia e alla sicurezza degli edifici: buchi nelle pareti, soffitti che cadono a pezzi, impianti di riscaldamento che non funzionano e ecc.
Ma fondamentale resta tuttavia la problematica relativa alla seconda prova scritta agli esami di Stato. Il ritorno allo scritto, secondo loro, rischia di diventare un danno per tutti i motivi ormai noti, e infatti dichiarano: “Questa decisione non rispecchia assolutamente il percorso fatto. Con essa, le istituzioni non fanno che assicurare ancora una volta che la Dad è stata perfettamente sostitutiva alla presenza. La nostra non è una richiesta di agevolazioni, ma una risposta alla necessità di essere valutati per il percorso svolto”. Intanto, venerdì 18 i ragazzi si sono dati appuntamento nelle piazze.