Queste sono le ragioni che ci hanno portato a convocare, insieme a tutto il sindacalismo di base e conflittuale, lo sciopero del 20 maggio di tutte le categorie e settori del lavoro dipendente, insieme a varie manifestazioni territoriali nelle principali città.
Condanniamo l’invasione dell’Ucraina scatenata da Putin e ci mobilitiamo per l’immediato “cessate il fuoco”, il ritiro delle truppe russe e l’apertura delle trattative per una pace giusta e duratura.
Condanniamo anche i continui riferimenti di Putin alla possibilità di usare l’arsenale atomico, con il rischio evidente di una catastrofe planetaria.
Manifestiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino aggredito e siamo al fianco di quella parte del popolo russo che, nonostante migliaia di arresti, si oppone all’invasione dell’Ucraina.
Siamo contro la Nato, le cui politiche espansionistiche in Europa, dopo il dissolvimento dell’Urss, hanno fornito il pretesto alle mire neo-imperiali di Putin per invadere l’Ucraina.
Siamo contro il riarmo generalizzato, esigiamo il disarmo nucleare e bellico a livello globale, dagli arsenali russi e cinesi a quelli USA e Nato e degli altri paesi con armi nucleari.
Diciamo NO alla decisione dei governi europei e di quello italiano di intervenire nel conflitto inviando armi all’Ucraina, NO all’utilizzo logistico e operativo delle basi militari sul nostro territorio.
Vogliamo un’Europa di pace e di accoglienza per tutti i popoli e il pieno sostegno ai profughi.
Contro l’economia di guerra – imposta dal governo Draghi attraverso carovita, privatizzazioni e licenziamenti – tassare gli extraprofitti energetici, recuperare l’evasione fiscale, ridurre le spese militari.
Piero Bernocchi portavoce nazionale della Confederazione COBAS
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