Gli edifici scolastici italiani hanno un’età media di 52 anni e in gran parte non sono più adeguati alle esigenze del futuro prossimo in termini di sicurezza, sostenibilità e come spazi per una buona e innovativa didattica.
Lo sostiene il rapporto sull’edilizia scolastica della Fondazione Agnelli, secondo cui “è quindi urgente intervenire. L’alternativa è un distacco ancora più profondo dai livelli di apprendimento degli studenti dei paesi avanzati, un diseducativo spreco di risorse ambientali e in alcuni casi anche un pericolo per la sicurezza di chi a scuola lavora e studia”.
Tuttavia lo sforzo necessario è ingente: “Si può affermare che per ristrutturare e rinnovare i 40.000 edifici scolastici oggi attivi, corrispondenti a circa 150 milioni di metri quadri, servirebbero 200 miliardi di euro. E’ una cifra pari a qualcosa di più dell’11% del Pil, equivalente a tre anni dell’attuale spesa complessiva per l’istruzione. Si tratta di un investimento imponente, che non può che essere realizzato in molti anni: ma proprio per questo è importante che l’ambizioso programma di riqualificazione delle scuole italiane venga programmato sin da adesso e perseguito senza incertezze e cambiamenti di rotta nei prossimi decenni. Fra gli investimenti pubblici in infrastrutture, quelli sull’edilizia scolastica devono assumerne un ruolo centrale, come opportunità di crescita per le giovani generazioni”, per cui, sottolinea Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, “sarà necessario programmare e agire sulle tre dimensioni insieme: sicurezza, sostenibilità, orientamento all’innovazione didattica. La terza dimensione e’ importante come le altre due: sappiamo infatti che gli spazi scolastici sono oggi un fattore chiave per gli apprendimenti e per il benessere di studenti e insegnanti”.
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