Secondo il sindacato Anief servirebbero almeno 200mila unità, tra personale Ata e docenti, per sopperire alle esigenze didattiche imposte degli strascichi della pandemia da Covid19.
Il calcolo del sindacato, a occhio e croce, pare di capire, verrebbe fuori dal rapporto fra alunni per classe, gli edifici e i metri quadri necessari per rispettare le regole del distanziamento personale. Dunque conti alla mano, pare di capire, “si deve raddoppiare il personale: 50mila insegnanti in più non bastano sicuramente”.
Ma non bastano neanche gli edifici, occorrono pure gli arredi e quindi tutto l’apparato necessario per fare funzionare una scuola, dagli strumenti tecnici e didattici ai servizi, compresi pulizieri, mense, spazi di ricreazione e così via.
E quando in Italia si parla di lavoro, e dunque di nuove assunzioni, i consensi fioccano e con essi anche le iscrizioni ai sindacati e le vertenze a vario titolo presentate per vantare diritti anche inesistenti.
Perché in effetti, e in questo la battaglia politica è maestra, più che al bene della comunità si pensa al bene della parte, mentre tutto l’interesse è scavalcare l’avversario per accaparrare consenso. E se una campana del governo rintocca una soluzione, la tromba dell’opposizione ne squilla un’latra ancora più ardita e ancora più allettante.
E che ci vuole infatti a dire andiamo sulla luna a prendere la ragione persa di Orlando con l’Ippogrifo? Ma pure raggiungerla attraverso le modalità che Cyrano de Bergerac suggeriva la suo sfidante?
Ma così come sentiamo spesso dire alle destre, da cui ebbe inizio il più grande taglio alla scuola mai imposto nel corso della sua intera storia.
È semplice gridare, prendiamo qualche miliardo e assumiamo personale, visto che si deve assicurare la salute pubblica, più difficile trovarli o dare indicazioni precisa dove reperirli, come reperirli, a quali condizioni non tagliando da altre parti.
Fermo restando la solita interminabile discussione intorno alla lotta alla corruzione e agli sprechi i cui portabandiera il più delle volte sono proprio coloro che corrompono e sprecano.
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