Un concorso pubblico
Dopo lo stop ai concorsi per 70mila posti, imposto dall’epidemia di Covid-19, la prospettiva più sicura sembra essere quella di una richiesta enorme di supplenti per mandare avanti la scuola, pari a oltre 200mila unità.
I ritardi, le mancanze di prospettive, i processi burocratici, gli inghippi legali non sono passati invano e il panorama che si presenta sembra essere quello di un’onda anomala di personale precario che chiederà poi i propri diritti.
La ministra Lucia Azzolina (M5S) avrebbe voluto emanare entro febbraio i bandi dei primi 3 concorsi per un totale di 64mila nuovi posti, ma l’epidemia in corso, che ha bloccato persino le riunioni, potrebbe far slittare il tutto, cosicché a settembre le scuole potrebbero riaprire arruolando 200mila supplenti, considerato pure che 30mila prof andranno in pensione.
Tranne che il Governo, se riesce a contenere l’epidemia, a marce forzate e con ulteriori semplificazioni, come sembra si voglia fare con gli esami di stato, programmi i concorsi a luglio per avere i prof in cattedra a settembre, epidemia permettendo.
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