Tante le iniziative nel trentennale dell’assassinio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato) e di tre degli uomini della scorta. A Palermo, le celebrazioni, che si svolgono a partire dalle ore 10.00 del 23 maggio al Foro Italico, saranno aperte a tutta la cittadinanza. Fino al pomeriggio, nella città dove sono nati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (assassinato nel capoluogo siciliano, nella strage mafiosa di via D’Amelio del 19 luglio del 1992, insieme a cinque componenti della sua scorta), la Fondazione Falcone accoglierà delegazioni di varie scuole d’Italia, alcuni dei protagonisti dei drammatici giorni degli attentati del ’92 nonché esponenti del mondo di arte e cultura. Dalle ore 17.00 alle 18.00 appuntamento sotto l’Albero Falcone che si trova davanti a quella che fu la casa di Giovanni Falcone. Verranno letti i nomi dei caduti negli attentati mafiosi di Capaci e di Via d’Amelio.
La Fondazione Falcone, l’iniziativa “La memoria di tutti” e la cultura della legalità
Questa edizione delle commemorazioni sarà anche caratterizzata da due iniziative lanciate sulle pagine Facebook e Instagram della Fondazione Falcone ( @fondazionefalcone ), dove vengono rappresentate le storie di alcuni dei protagonisti della lotta alla mafia, spesso raccontando le loro vite interrotte, i loro progetti spezzati: donne e uomini, noti e meno noti, che con il loro impegno hanno testimoniato la lotta per la legalità e contro la mafia.
La Fondazione “Giovanni Falcone”, la cui presidente è Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia a Capaci, è stata costituita a Palermo nel dicembre del 1992 con l’impegno principale di promuovere, attraverso attività di studio e di ricerca, la cultura della legalità nella società e in particolare nei giovani. Attenta alla problematica pedagogico-educativa dei ragazzi in età scolare, la Fondazione infatti è impegnata a realizzare un’educazione permanente ai valori dell’antimafia. Un progetto, quello della Fondazione Falcone, che coinvolge migliaia di scuole del Paese.
Da segnalare, inoltre, che qualche giorno fa all’aeroporto di Palermo è stata inaugurata la mostra permanente “L’eredità di Falcone e Borsellino”, per rendere omaggio ai due magistrati siciliani.
Un “filo diretto” che unisce nel ricordo Sud e Nord
Anche a Catania iniziative per non dimenticare le stragi mafiose di Capaci e di via D’Amelio: ad esempio, su impulso della Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, anche quest’anno sulla scalinata del Palazzo di giustizia della città etnea è stata realizzata dagli studenti del Liceo artistico statale “E. Greco” di Catania (coadiuvati da loro insegnanti degli indirizzi di Discipline pittoriche e di Grafica) una installazione artistica, che riproduce l’immagine sorridente di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uno accanto all’altro.
Un “filo diretto” unisce le varie parti d’Italia in questa volontà di ricordare e di contrastare le mafie nel solco tracciato da Falcone e da Borsellino. Dal sud al nord.
Milano ad esempio ha deciso di commemorare le vittime del terribile attentato del 23 maggio di trenta anni fa con dieci giorni di iniziative dedicate ai temi della legalità e della lotta alle mafie. Momento culminante delle celebrazioni sarà la commemorazione pubblica in programma lunedì 23 maggio, dalle ore 17.00, presso i Giardini Falcone e Borsellino (via Benedetto Marcello 4).
Coinvolti gli studenti in convegni e conferenze a Milano
La gran parte delle iniziative per il ‘Trentennale’ riguarderà le scuole che hanno sviluppato percorsi didattici sul tema dell’Educazione alla legalità e sull’Educazione civica, per le quali è stata organizzata una “settimana della legalità”, dal 23 al 27 maggio, realizzata a coronamento del percorso didattico dei singoli istituti. In programma convegni, incontri e conferenze. La settimana è aperta lunedì 23 maggio dal convegno “Contro le mafie, un approccio ostinato, consapevole e globale di tutto lo Stato e della società civile – Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo: sulle loro gambe, orme e idee che ci parlano ancora”, organizzato dal Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva e dal Centro per la legalità di Milano, con il contributo di ‘Libera Milano’ e della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”. Interverranno Alessandra Dolci, coordinatrice della Dda di Milano, Nando dalla Chiesa, presidente onorario di ‘Libera’ (rete di associazioni fondata da don Luigi Ciotti), e alcuni rappresentanti degli studenti.
Iniziative ovviamente non solo a Milano. Nella provincia di Monza e della Brianza, ad esempio, il 25 maggio alle ore 21.00 presso la sala Gandini di Seregno l’Associazione culturale ‘Ripartiamo’ organizza un incontro dal titolo “Dire no alla mafia è possibile”, in cui tra gli altri sarà presente don Benito Giorgetta, autore del libro “Passiamo all’altra riva” incentrato su un dialogo con Luigi Bonaventura, ex esponente della ‘ndrangheta (arruolato sin da bambino in questa associazione mafiosa) divenuto collaboratore di giustizia e che in diverse occasioni ha incontrato studenti di varie scuole per testimoniare la ferocia criminale delle mafie e che un “riscatto civile” è sempre possibile anche per chi come lui ha convissuto sin dall’infanzia in quegli ambienti.
L’impegno delle scuole del Centro di promozione della legalità di Monza e Brianza
Invece il 26 maggio, tra le ore 9.30 e le 13.00, al Teatro Manzoni di Monza, per ricordare le stragi di Capaci e di Via D’Amelio, è prevista una lezione-testimonianza agli studenti di varie scuole secondarie della Brianza, con l’intervento di Gian Carlo Caselli, magistrato che è stato anche procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo dal gennaio 1993 (quindi qualche mese dopo l’uccisione di Falcone e di Borsellino) al 1999. “La memoria e l’impegno” è il titolo di questo incontro, organizzato dal Cpl (Centro Promozione della Legalità) di Monza e Brianza (la cui scuola capofila è l’Iti “Hensemberger”) e dall’associazione di volontariato ‘Brianza SiCura’, durante il quale gli studenti delle scuole aderenti alla rete presenteranno i lavori svolti nel corso dell’anno scolastico a conclusione di una formazione indirizzata alla sensibilizzazione sul problema della criminalità organizzata.
Tra i diversi percorsi scolastici su queste tematiche si è distinto anche il progetto condotto dal Liceo artistico statale “Modigliani” di Giussano (MB), che si è sviluppato partendo dall’esigenza di fare analizzare agli studenti la legalità, le leggi dello Stato e la lotta contro la mafia e la corruzione, anche attraverso la visione di alcuni film e il relativo confronto in classe. Il liceo artistico “Modigliani” si è molto attivato con diverse iniziative finalizzate a “far comprendere agli studenti l’importanza dell’impegno contro la corruzione e la lotta alle mafie, mediante anche la narrazione cinetelevisiva ed editoriale, nella speranza di creare cittadini attivi e più consapevoli per un domani più sano e migliore”.
Recentemente, ad esempio, si è tenuto un incontro dal titolo “Le nuove mafie – Progetto Legalità bene comune” a cui ha preso parte il giurista e criminologo – nonché presidente dell’Osservatorio antimafia del Molise – Vincenzo Musacchio, allievo e amico del magistrato Antonino Caponnetto che a Palermo fu a capo, dal 1984 al 1990, del Pool antimafia istituito nel 1980 dal giudice Rocco Chinnici (nel 1983 Chinnici fu assassinato dalla mafia). Vincenzo Musacchio, tra l’altro fondatore della “Scuola di legalità” intitolata a don Giuseppe Diana, sacerdote assassinato dalla camorra, in questi anni si è dedicato tantissimo agli incontri con gli studenti: dal 1993 si reca nelle scuole di ogni ordine e grado che lo invitano, testimone di legalità.
“Gli uomini passano, le idee restano”, disse Giovanni Falcone.