Sull’elevazione da 18 a 24 ore dell’orario settimanale d’insegnamento dei docenti di medie e superiori, i sindacati farebbero bene a non abbassare la guardia. Ne è convinto Vito Meloni, responsabile nazionale scuola del Partito della Rifondazione Comunista, che nel commentare l’approvazione, da parte della VII Commissione della Camera, di un emendamento alla Legge di stabilità che cancella la proposta approvata nelle scorse settimane dal Cdm, sostiene da una parte che siamo di fronte ad “un primo significativo successo della protesta, sempre più estesa, degli insegnanti e delle scuole”. Ma anche, dall’altra, che “l’iter parlamentare della legge è ancora lungo e pieno di insidie, compreso il quasi certo ricorso del governo al voto di fiducia per la sua approvazione. Per questo, occorre che la mobilitazioni continui, anche – continua Meloni – con la partecipazione alle lotte sindacali delle prossime settimane, fino ad ottenere la cancellazione di tutte le norme con le quali il governo vuole continuare a tagliare i fondi alla scuola pubblica e a finanziare quella privata”.
A tal proposito, il rappresentante del Prc sostiene anche che quanto sta accadendo in Parlamento, anche se la commissione Bilancio e l’aula devono ancora esprimersi, rappresenta una “pesante sconfitta per il ministro Profumo, che ha avuto la faccia tosta di proporre quel provvedimento, e per il sottosegretario Rossi Doria che lo ha difeso e sostenuto in nome di un presunto ‘europeismo’”. Secondo Meloni, entrambi alla resa dei conti sarebbero stati “abbandonati dalla loro stessa maggioranza parlamentare”. La conclusione è drastica. “Se fossero persone serie dovrebbero dimettersi immediatamente!”.