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24 ore, per l’Age Toscana è un’occasione perduta: avrebbe spezzato i privilegi di una minoranza

Le 24 ore settimanali per i prof di medie e superiori? Per l’Age Toscana, che ci ha abituati a posizioni originali e in controtendenza, non ci sono dubbi: è unoccasione perduta. L’associazione dei genitori, guidata da Rita Manzani Di Goro, sostiene che dopo “tanta retorica pelosa e qualche sincero dubbio sulla nostra classe politica, ecco il parere di noi genitori, che forse qualche colpa labbiamo, perché avremmo dovuto gridare allo scandalo per tempo”.
L’Age Toscana invia accuse abbastanza dirette prima di tutto ai diretti interessati: “lavorare 24 ore settimanali a quanto pare è un insulto, almeno a quanto dichiarano alcuni insegnanti di scuola secondaria. Alcuni addirittura per protesta si sono astenuti dal ricevimento dei genitori, in piena violazione degli obblighi contrattuali e interrompendo di fatto un servizio dovuto. C
è da domandarsi cosa ne pensino gli insegnanti elementari, che da sempre lavorano 24 ore, oppure quelli di scuola materna, che di ore invece ne fanno 25”. Dimenticando le tante ore dedicate alla preparazione delle lezioni e quelle dedicate alle attività aggiuntive, l’associazione dei genitori dice che “sarebbe anche interessante sentire il parere del bidello, che lavora 36 ore settimanali e percepisce uno stipendio dimezzato rispetto a quello di un professore”.
Dopo aver riportate il parere di alcuni politici facenti parte delle commissioni parlamentari (V Bilancio, tesoro e programmazione) intervenute sul ddl di Stabilità. Su tutti quello del ministro, Francesco Profumo, che “ringrazia i relatori e il Parlamento nel suo complesso per il ruolo svolto nella ricerca di soluzioni non lesive degli interessi degli studenti”.
Ecco, proprio degli interessi degli studenti – continua l’Age Toscana – vorremmo parlare: e se quelle 6 ore in più fossero state dedicate all
aggiornamento professionale, alle ore di recupero per gli studenti in difficoltà e agli interventi di alfabetizzazione degli alunni extracomunitari, non avremmo forse fatto veramente gli interessi degli studenti? Oppure a laboratori, corsi di approfondimento e gite, che sembrano ormai un ricordo in tante scuole italiane. Per non parlare dei 47,5 milioni di euro tolti dal Fondo dellistituzione scolastica, proprio quello che finanzia i corsi di recupero e tutti gli altri interventi integrativi che di fatto garantiscono una maggiore qualità al servizio scolastico. A dir poco un prezzo salato pagato da tutti noi per garantire i privilegi di una minoranza”.
Viene allora da chiedersi perché gli studenti hanno affiancato i docenti (lo faranno anche sabato 24 scendendo in piazza con loro a Roma nella giornata dello sciopero generale della scuola) anche nella battaglia contro le 24 ore.
L’ultima affermazione è una stoccata nei confronti della quale, c’è da scommettere, gli insegnanti non rimarranno di certo impassibili: “ci dicano i politici cosa fanno gli insegnanti di medie e superiori nelle restanti 18 ore, quelle che non trascorrono in classe, e poi ne riparliamo”. La risposta non tarderà ad arrivare.
Alessandro Giuliani

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