Il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: segna la sconfitta della dittatura fascista, la fine della guerra, il ritorno alla libertà e alla democrazia.
Oggi, condannando il fascismo, noi ci dichiariamo per le libertà individuali, per lo stato di diritto, per la sovranità popolare, per la pari dignità di tutti gli esseri umani: i pilastri della nostra Costituzione.
È dunque un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia.
La festa della Liberazione sia la festa di tutti gli italiani.
La scuola, nella sua costante attività quotidiana, è il primo presidio della memoria di ciò che è stato, luogo di formazione per eccellenza delle nuove generazioni ai valori democratici. Un bene prezioso per l’intero Paese.
Questo il messaggio istituzionale del ministro Valditara pubblicato sul sito del Mim.
Tuttavia il ministro, a margine della deposizione delle corone per la festa della Liberazione davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, ha detto pure: Per questo 25 aprile mi aspetto una “giornata di unità, di festa, di gioia anche perché quando si celebra il ritorno della libertà e della democrazia bisogna tutti insieme gioire senza fare polemiche”.
“È il modo migliore per festeggiare una giornata importante per la nostra Repubblica”.
A chi gli ha fatto notare che l’Anpi ritiene che non tutti nel governo si riescono a definire antifascisti, il ministro ha sottolineato che “c’è sempre chi vuole fare polemica, lasciamo le polemiche al loro destino”
In una intervista a La Stampa, il ministro è tuttavia entrato nel merito della ricorrenza non lesinando critiche alle opposizioni:
“Il 25 aprile è sì “una giornata molto importante, la liberazione dell’Italia da una dittatura e da un’occupazione militare straniera” ma è “anche il momento conclusivo del Risorgimento e la fine di una guerra insensata che aveva provocato tanti lutti”.
Quindi Valditara, che più volte si è dichiarato antifascista, replica anche alle accuse, rivolte ad altri esponenti del governo e delle istituzioni, di non avere tra i propri valori l’antifascismo: “Si tratta di un dibattito strumentale di un’opposizione che, non avendo argomenti seri, da un anno e mezzo continua con questa retorica dell’allarme fascista che non esiste nel Paese e che non interessa agli italiani, infatti l’opposizione continua a prendere batoste elettorali. Non vi è qualcuno che voglia sopprimere libertà e democrazia instaurando una dittatura. Semmai colgo elementi di ‘fascismo’ all’interno di certe frange di una sinistra estrema“.
E poi ha aggiunto, incalzato da altre domande:
“La Resistenza è stata un fenomeno plurale, a raccontarla nelle scuole, d’intesa con il ministero, non può essere soltanto chi decise di schierarsi con l’Unione Sovietica e contro la Nato. Non vogliamo che venga vissuta come uno scontro tra comunisti e fascisti“.
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