I numeri sono quelli di un’emergenza: 109 donne uccise dall’inizio dell’anno, una ogni tre giorni. Di queste, 93 in ambito familiare o affettivo, 63 per mano del partner o dell’ex. La più alta incidenza di donne che denunciano di aver subito maltrattamenti o altri delitti di genere viene registrata in Sicilia seguita dalla Campania.
Il 25 novembre, giorno internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non basta ricordare tutti gli omicidi, ma il perché sono accaduti. Urge l’esigenza di un’attenzione maggiore ai reati di genere soprattutto in famiglia, nelle scuole, sul luogo di lavoro.
La facciata del Ministero dell’Istruzione si è tinta di rossa e questa mattina è stata protagonista di un flash-mob realizzato insieme a studentesse e studenti, personale scolastico e famiglie per spingere alla riflessione sul tema al centro della Giornata con drappi rossi e farfalle sulle scalinate palazzo di viale Trastevere.
Serve “una battaglia di civiltà e di democrazia, di educazione al rispetto e al vivere insieme – ha detto il ministro Patrizio Bianchi, presente alla performance -. E il rispetto del diritto a essere se stessi non può che partite dalla scuola. Il flash-mob corona un’attività svolta tutto l’anno”. “È dalle scuole, partendo dai bambini più piccoli, che bisogna far comprendere che la violenza non è mai un argomento. L’opposto della violenza è dialogo”, ha detto poi Bianchi, accogliendo una delegazione delle scuole che hanno partecipato al concorso “Il Nuovo Codice Rosso – Prevenzione e contrasto alla violenza di genere”, promosso dai ministeri dell’Istruzione e della Giustizia. I corridoi del ministero ospitano una mostra con i lavori di bambini e ragazzi.
Inoltre, da ricordare è il #SignalForHelp, il gesto silenzioso per chiedere aiuto contro la violenza domestica. Mentre il numero verde è 1522.
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