Una marea rossa ha invaso le strade della Capitale, riversandosi poi al Circo Massimo, rispondendo così all’appello di “Non una di meno” nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e nella manifestazione principale “Per Giulia, per tutte”.
“Siamo 500mila”, hanno detto dal palco le organizzatrici. Ma sono tante le piazze che si sono riempite in tutta Italia per ricordare i 107 femminicidi dal primo Gennaio, affinché non ce ne siano più.
Un concerto rumoroso poi quella ospitato in Piazza San Giovanni a Roma, con mazzi di chiavi agitati in aria, gli slogan gridati per sovrastare il vento forte, i tamburi.
Anche il Papa su X ha scritto: “La violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società”, mentre il presidente Sergio Mattarella ha dichiarato: “Dietro queste violenze c’è il fallimento di una società. Le donne devono essere libere di essere libere”.
Bel gesto quello dei politici e dei sindacalisti che sono scesi nelle piazze senza bandiere, senza simboli come Elly Schlein, Giuseppe Conte e Maurizio Landini.
Ma ci sono stati pure i vip: Paola Cortellesi, Fiorella Mannoia, Noemi, Malika Ayane. Poi Luca Zingaretti, Ferzan Ozpetec a Roma; Chiara Ferragni a Milano: “Dovremmo esserci tutti qui” con i 30mila manifestanti. C’è anche il sindaco Beppe Sala: “Il 37% delle donne non ha un conto corrente”, spiega, invitando a riflettere.
A Roma, racconta l’Ansa, sfilano anche le bandiere palestinesi, come annunciato nei giorni scorsi, invito che ha dato vita a non poche polemiche: “Siamo contro ogni forma di violenza”, dice una studentessa.
Anche a Messina, nel corso della manifestazione organizzata da “Non una di meno”, sventolano le bandiere palestinesi: “Se gli ebrei vogliono parlare anche loro sul palco possono farlo, noi non siamo contro gli ebrei, ma contro i sionisti, lo Stato di Israele che sta facendo dei massacri a Gaza. Siamo in democrazia quindi tutti possono parlare. I fatti contano non le parole”.
Alla manifestazione anche Elena, sorella di Giulia, che chiede su Instagram, ancora una volta, una reazione a tutti: “Affinché nessuno più debba sentire il vuoto che sento io, il dolore lancinante che nel buio della mia camera sento incessantemente, dobbiamo reagire. Ci deve essere un cambiamento, una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l’educazione, l’affettività. Che insegni ad accettare i no, che insegni che le donne non sono proprietà di nessuno”.
Momenti di tensione si sono registrati davanti alla sede di “Pro Vita & Famiglia” a Roma. Sono state lanciate bottiglie e fumogeni contro l’edificio che era presidiato dalle forze dell’ordine. Il gruppo di manifestanti si è poi allontanato.
Sul posto blindati e agenti in tenuta antisommossa. E dei manifestanti hanno raccontato: “Le forze dell’ordine ci hanno preso a manganellate mentre facevano un’azione con fumogeni e scritte sul muro. Due ragazze sono rimaste ferite, una al viso, che è stata portata in ospedale, l’altra alla testa”.
Intanto di questa giornata resterà l’immagine del Circo Massimo gremito e fucsia, dove è stato dapprima chiesto il silenzio e di stare seduti, poi di alzarsi esplodendo nel grido: “Insieme siam partite, insieme torneremo. Non una, non una, non una di meno”
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