Attualità

250 milioni di bambini nel mondo non andranno a scuola

La direttrice esecutiva dell’Unicef Catherine Russel, rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha denunciato: “Il mondo delude tutti i bambini che non riesce ad aiutare. Ogni bambino ha il diritto di essere protetto in tempo di guerra e in tempo di pace. L’adempimento di questo diritto non è un’opzione, è un dovere sacro, che riflette il nostro dovere più profondamente umano di salvaguardare la prossima generazione”. Il diritto all’istruzione  infatti è parte di questo dovere sacro e violato, ma a settembre, che dovrebbe essere la stagione del rientro in classe per tutti, le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione tengono fuori dalla scuola 250 milioni di bambini nel mondo, secondo i dati pubblicati recentemente dall’Unesco. 

La regione più colpita è l’Africa subsahariana, sono 98 milioni, lì, i bambini privati del diritto all’istruzione, l’unica regione in cui i numeri sono in costante aumento. La seconda area più colpita è l’Asia centrale con 85 milioni di bambini che non si sono mai seduti su un banco di scuola. 

Ma fra questi numeri anche i dati provenienti dall’Ucraina, dove, dopo l’invasione, anche se sono circa tremila le scuole ad avere riaperto, nella gran parte del Paese le scuole continuano a essere colpite e i bambini continuano a morire. 

I mesi di guerra, secondo le istituzioni di Kiev, hanno danneggiato 2.400 scuole, 269 delle quali andate completamente distrutte, ad oggi meno del 60% delle scuole è sicuro e idoneo alla riapertura. 

L’Ucraina non è, naturalmente, un caso isolato. L’istruzione è sotto attacco in tutto il mondo e gli atti violenti, gli attacchi contro strutture scolastiche, alunni e insegnanti è in costante aumento. 

Nel biennio 2020-2021, secondo i dati della Global Coalition to Protect Education from Attack, ogni giorno nel mondo si è verificata una media di sei attacchi a infrastrutture scolastiche, in tutto cinquemila attacchi diretti o scuole e università che hanno ferito o ucciso oltre nove mila tra studenti e insegnanti. Non ci sono solo le scuole distrutte nelle statistiche, ci sono anche quelle usate come basi militari, aule diventate caserme e campi di addestramento. 

Per contrastare la violazione degli edifici scolastici e proteggere il diritto allo studio, nel 2015, a Oslo, era stata inaugurata la Safe Schools Declaration, la Dichiarazione sulle scuole sicure, un impegno politico intergovernativo per proteggere studenti, insegnanti, scuole e università durante i conflitti armati, a sostenere il proseguimento dell’istruzione durante la guerra e a adottare misure concrete per scoraggiare l’uso militare delle scuole. 

Pasquale Almirante

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