Lo sciopero del prossimo 28 settembre di tutto il pubblico impiego (ma non della scuola) sta servendo a delineare un nuovo possibile scenario politico/sindacale dell’anno scolastico appena iniziato.
Sullo sciopero si sta creando una “alleanza” del tutto inedita fra Cgil, Uil, Ugl e Confsal (ma lo Snals che pure fa parte della confederazione non aderisce alla protesta, alemno per ora). La Cisl, dal canto suo, sta alla finestra a guardare.
D’altronde anche la Flc non è univoca: lo sciopero riguarderà solo Università e Ricerca, ma non la scuola.
Lo “splendido isolamento” nel quale si era cacciata la Flc-Cgil negli ultimi due-tre anno potrebbe lasciare posto all’isolamento della Cisl, che però proprio nelle ultime ore fa orgogliosamente sapere di essere il sindacato con il maggior numero di iscritti nel comparto scuola.
Certo è che per poter dire che questo sarà il leit-motiv del 2012/2013 è ancora presto.
Anche a fine ottobre del 2008 la scuola aderì “senza se e senza ma” al più straordinario sciopero unitario degli ultimi anni, ma sappiamo bene come finì la faccenda: questo sciopero segnò nei fatti la fine di felice stagione di politiche sindacali unitarie.
Ad ogni modo il 28 settembre un “pool” di sigle che rappresenta più della metà dei lavoratori del pubblico impiego scenderanno in sciopero per protestare contro le norme della legge sulla spending review e contro la dequalificazione dell’intero settore della pubblica amministrazione.
Secca anche la presa di posizione della Confsal, solitamente più “morbido” rispetto alla Flc-Cgil, che fra le motivazioni della protesta inserisce anche il blocco degli stipendi pubblici fermi al 31 dicembre 2009.
In tutto questo, resta da capire anche quale ruolo potranno avere quest’anno i movimenti e i sindacati di base che per il momento sono rimasti nell’ombra.
Lo stesso combattivo sindacato di Piero Bernocchi, solitamente molto vivace all’inizio di ogni anno scolastico, sembra un po’ appannato e non ha ancora proclamato nessuno sciopero.
Il Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente) sta invece lavorando per preparare uno sciopero nazionale degli studenti il 5 ottobre: “E’ anche la Giornata internazionale dell’insegnante – ci spiega il segretario nazionale Davide Rossi – e la data quindi non è casuale. Serve a ribadire la nostra linea: i problemi della scuola possono essere affrontati solo attraverso l’unità di docenti e studenti”.
Intanto, a sostegno dei movimenti si è ormai apertamente schierato Antonio Di Pietro con l’Italia dei Valori decidendo di sostenere la battaglia dei precari contro il concorso.
Le prossime settimane saranno dunque decisive per capire come si muoveranno sindacati tradizionali, sindacati di base e movimenti da ottobre in avanti.
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