Il turnover previsto, per fronteggiare le uscite nella Pubblica amministrazione, sarebbe di oltre 16mila assunzioni contenute nella legge di bilancio e oltre 12 mila posti nel comparto istruzione. Per un totale di quasi 29mila ingressi. Un programma da cui manca, per ora, la sanità, il cui fabbisogno di personale è tutto da scrivere. C’è poi il Ddl concretezza e il suo maxi-piano di assunzioni.
I posti nella P.A.
Dei possibili 16.342 posti, scrive Il Sole 24 Ore, il 38% (6.150 posti) sono riservate al reclutamento di nuove Forze dell’ordine, tra Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e polizia penitenziaria. E poi Vigili del fuoco, uffici giudiziari, Ispettorato del lavoro (mille ingressi), del ministero dei Beni culturali (mille assunzioni, dopo le 500 del precedente governo) e nel l’università.
Per quanto riguarda la scuola, sarà la protagonista assoluta delle assunzioni 2019.
“Accanto al concorso-sanatoria già bandito per le maestre di infanzia e primaria – che non prevede però posti predeterminati a bando, visto che porterà alla formazione di graduatorie di merito straordinarie su base regionale da cui poi si attingerà per le nomine dell’anno scolastico 2019/2020 – ne è atteso uno ordinario da 10.183 posti (5.626 comuni e 4.557 di sostegno). Per cui il Miur ha chiesto già l’autorizzazione all’Economia. Anche l’università avrà la sua iniezione di risorse umane. Il ministero è infatti intenzionato ad autorizzare per il sistema universitario lo sblocco di 2.028 “punti organico” (pari a 2.028 posizioni piene di professore ordinario), che superano del 33% quelle autorizzate nel 2017 (quando erano 1526)”.
Solo annunci?
Tuttavia, per ora “si tratta solo di annunci senza numeri. Il disegno di legge concretezza, che attende di iniziare l’esame al Senato, prevede per le amministrazioni centrali la possibilità, a partire dal prossimo anno, di procedere ad assunzioni per una spesa pari al 100% di quella relativa al personale di ruolo uscito l’anno precedente”.